Perché Thich Nhat Hanh è tornato a Google

thich nhat hanh a googleIl 23 ottobre il monaco e maestro zen Thich Nhat Hanh ha passato una giornata nel quartier generale di Google, per la seconda volta dopo due anni. I rapporti tra il poeta vietnamita e l’azienda californiana, apparentemente agli antipodi, rivelano nuove tendenze in atto, le cui conseguenze potrebbero in futuro essere molto feconde.

Per il momento non sono stati pubblicati materiali su questa visita, come avvenuto la volta precedente, a parte questa foto, tratta dalla pagina Facebook della Thich Nhat Hanh Foundation. Ma c’è la testimonianza di Stephanie Lasher, dietologa presso Google.

“Il programma ha avuto inizio con una fantastica colazione vegana. Abbiamo mangiato miglio speziato al chai e tofu strapazzato. I cuochi di Google sanno senz’altro come rendere più eccitante ciò che sembra noioso. Poi abbiamo passato 15 minuti ad imparare come camminare in consapevolezza […] Tutti noi, ed eravamo in 500, ci siamo fatti una camminata molto lenta verso il campus principale. È stata un’ottima esperienza, perché ho potuto rallentare, sentire il mio corpo e ripulire la mente dalla maggior parte dei pensieri. Piuttosto, ho potuto godere della bellezza attorno a me. Non mi ero resa conto che Google ha oltre 15 diversi tipi di alberi di agrumi che crescono intorno all’edificio […] Thai, come i suoi seguaci lo chiamano affettuosamente, ha parlato di consapevolezza e della sua filosofia per alcune ore, poi ha risposto alle domande poste da entusiasti partecipanti. È stato splendido partecipare a questo evento. Ciò che ho capito è che vivere è meraviglioso proprio ora, e che essere nel momento presente aggiunge una grande gioia e soddisfazione alla vita.”

A settembre scorso un articolo sul quotidiano britannico The Guardian metteva in connessione l’attenzione riscossa da un personaggio simile presso le aziende della Silicon Valley con l’attuale momento storico, che vede il pianeta minacciato dalla voracità del nostro sistema economico e da stili di vita non più sostenibili. In un’intervista Thich Nhat Hanh al giornale inglese esprimeva il suo punto di vista su questo aspetto.

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“Molti di noi pensano che sia possibile essere felici solo quando lasciamo gli altri indietro, quando siamo il numero uno. Non avete bisogno di essere il numero uno, per essere felici. Nelle vostre vite e negli affari, deve esserci una dimensione spirituale, altrimenti non sarete in grado di gestire la sofferenza causata dal vostro lavoro o dalla vita che conducete.”

Un punto che i maestro zen ha sottolineato è quello del benessere dei lavoratori. Se stanno bene, anche l’azienda va meglio, e così la società. Il consumo consapevole è un passaggio fondamentale, in tale direzione. Infatti, come abbiamo visto, l’alimentazione ha avuto un ruolo centrale sia in questa, sia nella visita precedente. Ma la consapevolezza nel luogo di lavoro riguarda ancora di più i livelli dirigenziali, quelli che determinano la cultura aziendale effettiva.

“Se i manager passano la maggior parte del proprio tempo a prendersi cura dell’azienda, non rimane loro il tempo per se stessi e per la famiglia. Invece è importante riconoscere che l’azienda potrà trarre beneficio da manager più calmi, più amorevoli, più compassionevoli e comprensivi.”

L’interesse di Thich Nhat Hanh per Google è ricambiato. Chade-Meng Tan, membro del top management, organizza ogni tre mesi un’edizione del corso “Search Inside Youself (“cerca dentro te stesso/a”), che insegna ai dipendenti le tecniche della meditazione zen e i principi base dell’intelligenza emotiva, questi ultimi sulla base degli insegnamenti di Daniel Goleman.

C’è da chiedersi quali frutti questa connessione potrà portare in quella che per molti aspetti è l’azienda più importante del mondo, o comunque una delle più influenti. Tra gli imprenditori della Silicon Valley l’interesse per la meditazione non è né nuova né inconsueta. La praticava anche un personaggio come Steve Jobs. L’architettura della stessa internet, per molti aspetti, esprime più un legame con le filosofie orientali che col pensiero scientifico occidentale.

Riuscirà tutto ciò a salvare il nostro pianeta?

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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2 risposte

  1. Silvano Munari ha detto:

    Se le più innovative e redditizie aziende mondiali cominciassero davvero a fare impresa rispettando i precetti buddhisti, il mondo ne avrebbe un grande beneficio.

  2. giusy ponti ha detto:

    Grazie di chore…buona vita giusy

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