Perché conviene fare una sola cosa per volta

Foto da Flickr di bp6316Sarebbe la cosa più facile del mondo. Ma per noi, che viviamo in un’epoca nella quale il “multitasking” (fare tante cose insieme) è considerato una virtù, in realtà è sempre più difficile. A fare una sola cosa per volta siamo sempre meno abituati. Eppure, se vogliamo veramente esserci al 100 per cento, nella vita, è l’unica possibilità che abbiamo.

E se vogliamo esserci al 100 per cento, per le persone che amiamo, dobbiamo imparare cominciando dalle cose più semplici.

Ancora una volta prendo in prestito gli insegnamenti di Thich Nhat Hanh, che in questo è veramente un maestro, per proporre una pratica di consapevolezza di grande beneficio, per noi stessi e per le persone che ci stanno intorno.

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La pratica è molto semplice: rivolgere tutta la nostra attenzione ad una sola cosa per volta. Un’azione che stiamo compiendo, qualcosa o qualcuno che stiamo vedendo o ascoltando, una sensazione che stiamo ascoltando. Ad esempio:

  • non fare nient’altro, mentre si sta parlando al telefono (v. anche meditazione del telefono);
  • mangiare e basta, senza parlare, leggere o guardare la Tv, mentre si sta a tavola, anche quando si pranza al bar;
  • camminare stando completamente nel cammino, con la testa (v. camminare in città), senza parlare con chi ci sta accanto, ascoltare la musica o telefonare;
  • ascoltare la musica senza fare nient’altro contemporaneamente, godendosi la musica stessa al 100 per cento;
  • compiere le azioni della vita quotidiana con la massima concentrazione: farsi la doccia, lavarsi i denti, andare al bagno, bere il caffé, stendere i panni, spostarsi da un luogo all’altro, eccetera. Tutte azioni degne di essere vissute senza diversivi.

Thich Nhat Hanh ha coniato un nuovo termine, per questo: monotasking. Che ne dite, è facile, fare una cosa sola per volta?

[Ringraziamenti: ad Anna Rossi, per aver suggerito questa pratica, dopo averla imparata da Thich Nhat Hanh in persona]
[La foto iniziale è una mia elaborazione da bp6316]

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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9 risposte

  1. Sparisego ha detto:

    Non solo è facile, è estremamente gratificante, poichè ci permette di soddisfare noi stessi facendo una cosa fatta bene.
    E ci metteremo metà fatica.

    Ovviamente è solo questione di concentrazione.

    La cosa piu’ difficile di questa pratica è quella di stare da soli, in silenzio, con se stessi, in una stanza chiusa. E’ l’estremo della concentrazione e della meditazione.

    E sono cose che possiamo imparare da soli, senza l’ausilio di nessuno. La meditazione arriva dall’interno, non dall’esterno.

  2. Rossella ha detto:

    Quanto è difficile, ma sono convinta che sia sempre più necessario! Grazie per avermi fatto riflettere…

  3. Giuseppe ha detto:

    Un ottimo articolo…..vivere il presente non vuol dire vivere senza programmare il nostro futuro, aspettando che gli eventi accadano ma, piuttosto, affrontare la vita con concentrazione e distacco, elementi essenziali per poter raggiungere una serenità interiore.

  4. Marco ha detto:

    Ehm…vi sto leggendo ascoltando la musica e non vorrei che lo intendeste come offesa. Considero le vostre idee valide come linee guida ma non da assolutizzare e specie alcuni punti non sono solo ardui ma forse adatti solo ad un asceta.Infatti persino chiaccherare con un compagno di strada viene visto male eppure credo che anche i monaci di tanto in tanto lo facessero. Il cellulare poi è mobile e se non fosse utilizzabile in momenti già di per sè impegnati perderebbe moltissimo del suo senso. Rimane il fatto che quando qualcosa di importante è davanti a noi dobbiamo fermarci ed essere vigili. Sento per esempio di riuscire a dedicare abbastanza attenzione sia alla canzone sia al vostro pezzo, che è breve. Certo: se devo riflettere su cose che non so, studiare qualcosa di complesso…meglio. Il commento si è allungato,nel frattempo la canzone è finita e ho preferito non metterne un’altra: dovevo finire di scrivere.

  5. Marco ha detto:

    Volevo scrivere: “se devo riflettere…meglio una cosa per volta. Ecco, la mia distrazione rischia di darvi ragione…

  6. Andrea Guidoni ha detto:

    Ottimo articolo. Anche io scrivo un blog simile al tuo. Ciao

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