Jon Kabat-Zinn – Non giudizio: come coltivarlo per gestire meglio lo stress

non giudizio

Il non giudizio è una qualità che può essere coltivata, secondo Jon Kabat-Zinn. L’importante è imparare a osservare come in ogni circostanza tendiamo a giudicare il contenuto della nostra esperienza.

Non giudizio

Coltiviamo la consapevolezza facendo attenzione alla nostra esperienza momento per momento, evitando, nei limiti del possibile, di essere presi dalle nostre idee e opinioni, da ciò che ci piace e ciò che non ci piace. Questo orientamento ci permette di vedere le cose piuttosto come sono, anziché attraverso la lente distorta delle nostre preferenze. Per adottare un atteggiamento di questo genere verso la nostra esperienza dobbiamo renderci conto del costante flusso di giudizi e di reazioni alle esperienze interne ed esterne in cui siamo coinvolti e imparare a distaccarcene.

Quando cominciamo a fare attenzione all’attività della nostra mente, ci stupiamo di scoprire che stiamo costantemente giudicando il contenuto della nostra esperienza. Quasi tutto ciò che vediamo o con cui entriamo in contatto viene etichettato e categorizzato dalla mente. Reagiamo a ogni esperienza in termini di quello che riteniamo essere il suo valore per noi. Alcune cose, persone ed eventi sono classificati « buoni » perché, per una ragione o per l’altra, ci fanno sentire bene. Altri vengono altrettanto immediatamente classificati « cattivi » perché ci fanno sentire male. Il resto viene classificato come « neutro » perché ci sembra che non abbia una particolare importanza per noi. Le cose, persone ed eventi che appartengono a quest’ultima categoria li escludiamo quasi dal campo della nostra attenzione: di solito sono quelli che troviamo più noioso osservare.

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L’abitudine di classificare il contenuto della nostra esperienza in base a giudizi innesca un insieme di reazioni meccaniche di cui non ci rendiamo conto e che spesso non hanno alcun fondamento obiettivo. Questa costante attività giudicante domina la mente e ci rende difficile stare in pace con noi stessi o discernere chiaramente ciò che sta accadendo, internamente o esternamente. La mente si comporta come uno yo-yo, che tutto il giorno va su e giù lungo la corda dei nostri giudizi positivi e negativi. Se dubiti di questa descrizione della tua mente, prova a osservare quanto spesso sei assorbito da ciò che ti piace e ciò che non ti piace nel corso di dieci minuti, mentre sei occupato in una delle tue normali attività quotidiane.

Se vogliamo arrivare a una gestione più efficace dello stress, il primo passo è essere consapevoli di questa automatica attività giudicante della nostra mente in modo da vedere i nostri, di solito inconsci, pregiudizi e timori e liberarci dalla loro tirannia.

Durante la pratica della consapevolezza, è importante riconoscere questa attività giudicante della mente ogniqualvolta si presenta e guardare da una prospettiva più ampia, sospendendo deliberatamente il giudizio, assumendo l’atteggiamento di un testimone imparziale e osservandola semplicemente. Quando un giudizio si presenta, non occorre che lo reprimi: non sarebbe saggio cercare di farlo. Basta solo che tu te ne renda conto. Non si tratta di giudicare il giudizio come « sbagliato », complicando ulteriormente le cose.

Per esempio, supponiamo che tu stia praticando l’osservazione del respiro. A un certo punto può darsi che la tua mente dica qualcosa come « Che noia ». O: « Questo non funziona ». O: « Non ci riesco ». Questi sono giudizi. Quando si presentano, è importante che tu li riconosca come tali e che ricordi che la pratica comporta una sospensione dei giudizi e la semplice osservazione di qualsiasi cosa si presenti, compresi i tuoi pensieri giudicanti, senza lasciarti coinvolgere e senza agire su di essi in alcun modo. Poi ritorni all’osservazione del respiro con piena consapevolezza.

Da: Jon Kabat-Zinn, Riprendere i sensi, TEA, 2008.

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Paolo Subioli

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[La foto sul non giudizio è di Cottombro, Russia]

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