Thich Nhat Hanh – Così la nostra coscienza ci nutre o ci avvelena

Martino F., Eat me… if you can (Strawberry face)

Anche se intraprendiamo un digiuno sensoriale, escludendo rumori e input esterni, stiamo comunque consumando una potente fonte di cibo: la nostra coscienza. Insieme alla coscienza collettiva essa rappresenta la quarta fonte di cibo.

Quando rivolgiamo l’attenzione su determinati elementi della nostra coscienza li «consumiamo». Come i nostri pasti, ciò che consumiamo della nostra coscienza può essere sano e salutare oppure tossico. Per esempio, quando abbiamo un pensiero crudele o irato e lo rivisitiamo più e più volte mentalmente stiamo consumando coscienza tossica. Se notiamo la bellezza della giornata o ci sentiamo grati per la nostra buona salute e l’amore di quanti ci circondano stiamo invece consumando coscienza salutare.

Ognuno di noi possiede la capacità di amare, perdonare, capire ed essere compassionevole. Se sai coltivare tali elementi all’interno della tua coscienza quest’ultima può nutrirti con questo tipo di cibo sano, che ti fa sentire splendidamente e avvantaggia chiunque ti stia intorno. Al contempo, nella coscienza di ognuno c’è anche la capacità di provare ossessione, ansia, disperazione, senso di solitudine e autocommiserazione. Se consumi cibo sensoriale in modo da nutrire questi elementi negativi nella tua coscienza – se leggi tabloid, ti dedichi a giochi elettronici violenti, passi del tempo online invidiando quello che altri hanno fatto o ti impegni in una conversazione meschina – la rabbia, la disperazione o la gelosia diventano un’energia più forte nella tua coscienza. Nella tua mente stai coltivando il genere di cibo che non è salutare per te. Persino dopo che ti sei allontanato dal libro o dal gioco sul computer, la tua mente potrebbe continuare a rivisitare e riconsumare quegli elementi tossici per ore, giorni o settimane, perché essi hanno innaffiato i semi negativi nella tua coscienza.

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Ci sono piante capaci di farti stare male, quali la cicuta e la belladonna. Se le consumi soffri. Di solito le persone non le fanno crescere volutamente nel proprio giardino. Similmente tu puoi scegliere di coltivare nella tua coscienza le cose salubri capaci di nutrirti invece di quelle tossiche capaci di avvelenarti e farti soffrire.

Che ce ne rendiamo conto o meno, continuiamo a innaffiare questa o quella cosa nella nostra mente, cose che quasi sicuramente consumeremo di nuovo, in seguito. Ciò che innaffiamo e consumiamo inconsciamente potrebbe palesarsi a noi nei nostri sogni. Può manifestarsi sotto forma di qualcosa che ci sfugge di bocca durante una conversazione, dopo di che ci chiediamo: «Da dove è mai uscito quello?!». Possiamo causare danni notevoli a noi stessi e alle nostre relazioni quando non prestiamo attenzione a ciò che stiamo assumendo e coltivando nella nostra mente.

Da: Thich Nhat Hanh, Il dono del silenzio, Garzanti, 2015.

[Ringraziamenti: a Nicola Bianchi, per la segnalazione di questo brano]

Per approfondire:

coscienza

nutrimento

Thich Nhat Hanh – Biografia, libri e testi selezionati

La foto è di Martino Franchi, Italia]

Il dono del silenzio

thich nhat hanh, il dono del silenzio
Viviamo alla continua ricerca della felicità, e nella corsa senza sosta per raggiungerla non ci accorgiamo delle straordinarie meraviglie di cui è già ricco il mondo attorno a noi. Ogni giorno, ogni ora, ogni istante la bellezza ci chiama, ma raramente ci poniamo in ascolto. Perché per avvertire la sua voce e poterle rispondere è necessaria una condizione divenuta rara: il silenzio. In questo piccolo libro, Thich Nhat Hanh ci mostra il percorso da intraprendere…

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