Thich Nhat Hanh – Il nostro corpo è al di fuori del nostro corpo
I quattro elementi costituiti da terra, acqua, fuoco e aria sono sia dentro sia fuori del nostro corpo. L’elemento terra rappresenta la solidità, l’elemento aria rappresenta la fluidità, il fuoco rappresenta il calore e l’acqua la penetrazione del liquido. La ragione per cui questi elementi possono esistere dentro il nostro corpo è che esistono anche al di fuori del nostro corpo. Ne “Il sole, il mio cuore”, scrissi che crediamo di avere un cuore nel corpo e che, se smettesse di funzionare, moriremmo. Ma abbiamo un cuore anche al di fuori del corpo: il sole. Anche se si spegnesse quel sole, moriremmo. Nel nostro petto abbiamo due polmoni. Al di fuori di noi le foreste ci forniscono ossigeno per respirare e così anch’esse sono i nostri polmoni.
Nella maggior parte delle grandi città ci sono parchi, senza i quali non ci sarebbe abbastanza ossigeno per respirare. I parchi sono i polmoni della città. Senza i polmoni fuori, non possiamo avere i polmoni dentro. Il sangue che scorre attraverso le nostre vene è come un fiume. Fuori di noi vi sono torrenti e fiumi. Così vediamo che il nostro corpo non è solo nel nostro corpo. Vediamo il nostro corpo al di fuori del nostro corpo.
Thich Nhat Hanh illustra gli insegnamenti del maestro Linji, vissuto nel nono secolo d. C., fondatore della scuola Linji (Rinzai) dello zen. Lo spirito del suo insegnamento è in tutto ciò che si impara e si insegna all'interno della tradizione zen. La sua è una visione non dualista della realtà.
È uno dei libri di Thich Nhat Hanh che amo di più, il quale svela il suo legame profondo con il suo antecessore Linjii (Lin-Chi). Linjii è il maestro del non-dualismo e questo legame fa comprendere meglio il radicalismo del pensiero di Thich Nhat Hanh, per quanto poetico e spiegato sempre con grande semplicità.
Grazie per donarmi questo insegnamento. Linji, che era cinese, avrebbe forse mosso un
soppraciglio nel leggere che gli elementi erano quattro e non cinque, come invece tramandato
dai suoi antenati e maestri: Legno (primavera, est, fegato/bile, acidità, rabbia) – Fuoco
(estate, sud, cuore/intestino tenue, amaro, canto) – Terra (tarda estate, centro, stomaco/milza, dolce, ansia) – Metallo (autunno, ovest, polmone/colon, piccante, tristezza) – Acqua (inverno, nord, rene/vescica, salato, pianto). I cinque elementi
interagiscono in costante contraddizione dinamica nell’ambito della polarità energetica
di Yin e Yang. La plurimillenaria medicina tradizionale cinese, ma anche la cultura e
lo spirito filosofico che contaminerà poi lo Zen ci insegnano che il ritmo stagionale è
già dentro di noi, e non va contraddetto, ma invece assecondato.
Questo mi pare sia anche il messaggio di Thai, che usa i Quattro Elementi di origine
indiana per dare un insegnamento olistico che evidenzia come la natura ed i suoi ritmi
siano attivi sia fuori che dentro di noi.
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Grazie per donarmi questo insegnamento. Linji, che era cinese, avrebbe forse mosso un
soppraciglio nel leggere che gli elementi erano quattro e non cinque, come invece tramandato
dai suoi antenati e maestri: Legno (primavera, est, fegato/bile, acidità, rabbia) – Fuoco
(estate, sud, cuore/intestino tenue, amaro, canto) – Terra (tarda estate, centro, stomaco/milza, dolce, ansia) – Metallo (autunno, ovest, polmone/colon, piccante, tristezza) – Acqua (inverno, nord, rene/vescica, salato, pianto). I cinque elementi
interagiscono in costante contraddizione dinamica nell’ambito della polarità energetica
di Yin e Yang. La plurimillenaria medicina tradizionale cinese, ma anche la cultura e
lo spirito filosofico che contaminerà poi lo Zen ci insegnano che il ritmo stagionale è
già dentro di noi, e non va contraddetto, ma invece assecondato.
Questo mi pare sia anche il messaggio di Thai, che usa i Quattro Elementi di origine
indiana per dare un insegnamento olistico che evidenzia come la natura ed i suoi ritmi
siano attivi sia fuori che dentro di noi.
Un fresco loto
Mainato