
Vivere a cuor leggero è un atteggiamento che ci può aiutare molto, secondo Jack Kornfield, perché ci aiuta a valutare la realtà dalla giusta distanza. Non a caso la gioia, o estasi, è uno dei 7 fattori dell’illuminazione.
Saper vivere a cuor leggero
Uno dei sette fattori dell’illuminazione è rappresentato dall’estasi, dall’interesse e dalla gioia. Si tratta, cioè, di imparare a vivere e a praticare a cuor leggero. E scoprire questa leggerezza è un elemento fondamentale del nostro processo di apertura nell’ambito della pratica meditativa; lo possiamo promuovere in ogni aspetto della nostra vita, se appena impariamo a non prendere le cose troppo seriamente. Anche se poi continueremo, com’è naturale, ad attraversare ogni sorta di esperienze, ogni genere di fasi e cicli della pratica e della vita, non dovremo osservare a lungo per scoprire che è la nostra mente a creare qualunque storia o ad avanzare qualunque giustificazione, e a trasportarci, in un solo istante, dal cielo all’inferno. Essa è piena di reminiscenze di vecchi spettacoli televisivi che abbiamo dimenticato, delle parole degli insegnanti delle superiori, dei più nobili sentimenti e dei più meschini pettegolezzi.
La mente è capace di fare qualunque cosa, e spesso, quando sediamo in meditazione, la fa. Non ha amor proprio, ed è completamente priva di scrupoli. Le cose, a volte, si presentano particolarmente tediose e monotone, altre volte molto eccitanti; a volte piacevoli, altre volte spiacevoli o addirittura terrificanti. La qualità dell’estasi consiste proprio in una disposizione tranquilla e aperta della mente, che è pronta ad accogliere con interesse qualunque genere di circostanze. Essa, in questo modo, si domanda: “Che cosa devo apprendere da questa nuova esperienza?” o esclama: “Ehi, mi pare piuttosto intenso, no?” Essere in contatto con questo particolare fattore determina la capacità di considerare la vita con un interesse giocoso e al tempo stesso premuroso, e di affermare di fronte a una difficoltà: “Anche questo è qualcosa su cui posso lavorare”.
Questa qualità di apertura si basa sulla nostra propensione a espanderci e a guardare le cose da una più ampia prospettiva. A volte siamo schiacciati dal peso delle preferenze e delle avversioni, e della nostra tendenza a identificarci: in quei casi, i nostri melodrammi ci appaiono particolarmente solidi, reali e importanti. Don Juan ha definito questa leggerezza del cuore come una follia controllata: è come se si osservasse la nostra piccola vita su questa terra da una grande distanza e da un grande intervallo di tempo; è il riconoscimento della temporaneità di tutte le cose create, e del fatto che ciò che conta non è, dunque, quanto accumuliamo o che cosa facciamo, bensì il modo in cui sappiamo vivere questa breve danza e la misura in cui impariamo ad amare. Dobbiamo imparare a vivere sapientemente, insomma, anche se la vita passa come il bagliore di un fulmine d’estate e come un sogno.
Da: Jack Kornfield, Joseph Goldstein, “Il cuore della saggezza. Esercizi di meditazione“, Astrolabio Ubaldini, 1988.
Scopri le pratiche consigliate da Jack Kornfield nella nostra raccolta di Esercizi di Meditazione!
Da: Jack Kornfield, Joseph Goldstein, “Il cuore della saggezza. Esercizi di meditazione“, Astrolabio Ubaldini, 1988.
Il cuore della saggezza. Esercizi di meditazione

Vuoi ricevere gli aggiornamenti da Zen in the City?
Inserisci il tuo indirizzo per ricevere aggiornamenti (non più di 1 a settimana):
You need to login or register to bookmark/favorite this content.