Chandra Livia Candiani – La meditazione non serve a evitare la sofferenza

sofferenza
Una paura che riscontro crescente in questi anni nelle persone che mi chiedono di imparare a meditare è la paura della sofferenza. Spesso mi accorgo che nella loro richiesta di iniziare un percorso interiore, c'è la speranza di poter star bene senza passare dal male, di scavalcarlo, di andare oltre senza attraversarlo. E c'è la speranza di poter fare tutto da soli, di incontrare una via di salvezza che non passi dalla scomodità dell'incontro con un altro, dal dialogo. Ma non è cosi che procede il percorso della meditazione. La meditazione, goccia a goccia, respiro per respiro, passo passo, ci mette in contatto con il male di vivere, con tutto quello che si frappone tra noi e il flusso costante che chiamiamo vita. C'è un sutra, un discorso, del Buddha che si intitola Il discorso della freccia. In esso, il Buddha spiega come chi non ha ricevuto gli insegnamenti spirituali sperimenta, esattamente come chi li ha ricevuti, sensazioni piacevoli, spiacevoli, e né piacevoli né s

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