
Camminare può essere sempre una meditazione, per Chandra Livia Candiani. Non solo quando adottiamo il cammino come pratica formale, ma anche in ogni circostanza della vita nella quale ci muoviamo.
Camminando, non ci perdiamo nelle sensazioni sensoriali che vengono a visitarci, suoni, odori, immagini, li notiamo, non neghiamo le esperienze della sensibilità, e notiamo anche le nostre reazioni, ma non ci smarriamo, restiamo ancorati al passo. Dice il Buddha: «In ciò che è visto ci sia solo ciò che è visto, in ciò che è udito ci sia solo ciò che è udito, in ciò che è percepito ci sia solo ciò che è percepito, in ciò che è conosciuto ci sia solo ciò che è conosciuto».
Camminare è una meditazione non solo quando lo sperimentiamo come forma, con un tempo preciso, uno spazio, un voluto rallentamento, ma anche ogni volta che camminiamo nella vita quotidiana. Ricordo un monaco, durante un ritiro, a cui qualcuno chiese quanto lenta dovesse essere la camminata e lui rispose: «Beh, se è domenica sera e porti fuori il cane, lenta lenta, se è lunedì mattina e corri a prendere l’autobus per andare al lavoro, veloce veloce». Non era sarcastico, stava chiedendoci di allargare il nostro orizzonte di pratica, la nostra visuale spirituale a tutta la nostra vita.
Quando cammino per strada, mi accorgo di camminare, mi accorgo del passo, se ho davvero bisogno di accelerare o no, se con la mente sono già nel luogo dove sto andando o se riesco a gustare ogni passo. Mi accorgo delle distrazioni e delle attenzioni necessarie, mi accorgo dei commenti inutili nei riguardi dei passanti o di quello che mi circonda, mi accorgo se mi sgrido, anziché semplicemente notare, mi accorgo che anziché abolire i commenti posso trasformarli in attimi di compassione, prima di tutto verso di me che non tengo a casa il cuore, che critico tutti per non sentire me stessa, e poi verso gli altri che non sanno di me o che fanno lo stesso lavoro di spadaccini smemorati nei miei confronti.
Cammino per sapere dove andare. Spero di incontrarmi presto. In ogni passo.
Da: Chandra Livia Candiani, “Il silenzio è cosa viva. L’arte della meditazione“, Einaudi, 2018.
Per approfondire:
Il silenzio è cosa viva. L’arte della meditazione

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