
Madame De Salzmann mi chiese se avevo trovato utile la meditazione della sera precedente alla Maison. Non si era sentita bene e non era potuta venire. La meditazione era stata guidata da un’altra persona, un anziano di Parigi. Ero rimasto deluso dal fatto che non era venuta e non ero stato capace di attuare un collegamento profondo con me stesso durante la meditazione. Ebbi qualcosa da ridire sul modo in cui era stata guidata. Madame de Salzmann mi chiese una cosa che mi colpì come una saetta, e mi mostrò il livello della mia preoccupazione per me stesso. Mi chiese semplicemente : Ha aiutato? Non avevo mai realizzato che non potevo essere un semplice fruitore, e che il Lavoro non è impostato solo per il mio progresso spirituale ma che ho un ruolo da svolgere. Fare un buon lavoro non è responsabilità solo di chi guida la meditazione, sul quale poi io possa esprimere un giudizio. Non si tratta solo della sua ricerca o del suo lavoro. Anch’io devo fare la mia parte nel cercare l’atmosfera in modo che un collegamento con l’energia superiore si renda possibile a tutto il gruppo.
Da: Ravi Ravindra, “Un cuore senza limiti”, Psiche, 2010
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