
Più si allargano le ragioni esterne del timore, dello smarrimento, della mancanza di prospettive e più cresce una specie di forza centripeta che ci coagula tra di noi, stringe il gruppo con vincoli più rigorosi, fissa le identità e le investe di una specie di aggressività verso l’esterno. Non ci dimentichiamo mai che, nonostante le nostre presunzioni di civilizzati, alle nostre radici scorre un’acqua scura che è quella della paura dell’esistere, la paura del mondo. Questa struttura permanente diventa drammatica quando, per congiunture storiche, è sollecitata e amplificata. Ecco perché il nostro tempo è il tempo in cui le parole che i nostri padri pronunciavano con fierezza, parole di dignità morale universale, – le parole della fraternità, dell’uguaglianza, della giustizia – sono cadute nel ludibrio. Non le possiamo ripetere se non con un qualche rossore, perché i fatti che son sotto i nostri occhi ci dicono che esse sono menzogna.
Da: Ernesto Balducci – “Il Vangelo della pace“, volume 20 – anno B, 1987.
Per approfondire:
Meditazione per l’ansia, la paura e la rabbia
[La foto è di United Nations Photo]
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