Le parole chiave di Thich Nhat Hanh
Quali sono le parole chiave del maestro zen Thich Nhat Hanh? Ho fatto un piccolo esperimento, per scoprirlo: estrarre tutte le parole usate in una collezione di 20 suoi “discorsi di Dharma“, in inglese, tenuti tra il 1996 e il 1999, per ricavarne una “nuvola” composta dalle parole, ciascuna di grandezza proporzionale alla sua frequenza. In gergo internet questa cosa si chiama tag cloud (nuvola di etichette) e si usa perché rappresenta in modo efficace, a colpo d’occhio, i temi presenti in un certo repertorio informativo. Ciò che emerge si può vedere da soli, proprio perché la “tag cloud” è fatta apposta per essere auto-esplicativa. Ma ecco le mie osservazioni a caldo:
- la parola più ricorrente è “practice”, pratica, a sottolineare il carattere estremamente concreto, incarnato nella vita quotidiana, dello zen, nell’ambito del quale la pratica è di gran lunga preferita alla teoria; tanto che la parola “zen” neanche compare, nella nuvola;
- poi vengono “Buddha“, il maestro che ha insegnato tali pratiche, e “mindfulness”, consapevolezza, l’atteggiamento che consente di trasformare in pratica “spirituale” ogni azione della vita;
- prima ancora di “meditation”, meditazione, ci sono altre parole, evidentemente più importanti: “breathing”, respiro, a dimostrazione di come la meditazione sia una pratica in realtà molto semplice e legata alla dimensione più intima della vita; stesso discorso per “walking”, camminare; anche “body”, corpo, “love”, amore, e “people”, persone, vengono prima di “meditation”: la pratica buddhista proposta da Thich Nhat Han è veramente una pratica di amore al servizio della persona nella sua interezza;
- nella nuvola compare in evidenza anche “don’t” (che però è stata elaborata dal software come “don”), equivalente del nostro avverbio non: questo non solo perché Thay mostra un atteggiamento pieno di comprensione (“non preoccuparti”, “non scoraggiarti se non ci riesci”), ma anche una predilezione per la “via di mezzo” (“non meditare troppo a lungo, se vi fa soffrire, è meglio non sedere affatto, che soffrire stando seduti”, oppure “non combattere per ottenere l’illuminazione”, ecc.);
- per il resto, mi pare che emerga chiaramente, proprio a colpo d’occhio, il carattere “gentile” che lo zen assume in Thich Nhat Hanh: per lo meno me lo fa capire l’evidenza che assumono parole come “children”, bambini, “happy”, felice, “learn”, apprendere, “help”, aiutare, oltre che il già citato “love”, amore.
Caro Thay, più guardo questa nuvola di parole, più vedo il tuo volto sorridente. PS – Sarebbe interessante estendere questa ricerca ad una quantità di testi più ampia. Sarei grato a chi potesse fornirmene in formato digitale.
Thich Nhat Hanh Dharma Talks (pdf, in inglese, 1.6 Mb)
Consiglio pratico: clicca sul link col tasto destro del mouse e poi scegli la voce: “Salva destinazione col nome…”
[Ringraziamenti: al servizio on line TagCrowd, che ho utilizzato per realizzare la tag cloud; a Thich Nhat Hanh, detto Thay (“maestro”), per i suoi bellissimi discorsi; ai monaci di Plum Village, che li hanno trascritti]You need to login or register to bookmark/favorite this content.
Grazie
conoscenza pratica = esperienza = vita
ps.
ho gradito molto le tue audio-meditazioni guidate…
grazie
Davvero illuminante nella sua semplicità. Grazie.
studio interessante e interessanti anche le osservazioni
l’ho visto solo ora! molto interessante e indicativo… ci ritroviamo!!
Domanda tecnica: con quale software si il cloud tag??
PAOLO G
C’è scritto in fondo all’articolo: TagCrowd.