Lasciare andare: perché è importante e come farlo

Saper lasciare andare è un’attitudine molto importante, in grado di cambiarci letteralmente la vita. In questo articolo vi spiegherò perché e come, in modo piuttosto esauriente.
Per sintetizzare al massimo, possiamo dire che lasciare andare è una qualità che interessa due sfere cruciali della nostra esistenza:
- La sfera pratica, dove la capacità di lasciare andare è molto spesso la chiave per facilitarsi la vita ed evitare le sofferenze inutili, quelle di cui possiamo tranquillamente fare a meno.
- La sfera spirituale, nella quale il lasciare andare è il movimento per eccellenza che l’individuo deve compiere per liberarsi, in tutte le tradizioni religiose e spirituali;
Ma andiamo per ordine.
Cosa vi dirò sul tema del lasciare andare
Lasciare andare non significa arrendersi
Perché non riusciamo a lasciare andare?
Il coraggio di lasciare andare
Perché lasciare andare?
Tanto per cominciare, è legittimo chiedersi perché mai dovremmo imparare a lasciare andare. La risposta può sembrare sorprendente. Dobbiamo imparare a lasciare andare, perché è il modo fondamentale in cui funziona la realtà nella quale viviamo e di cui noi stessi siamo parte integrante.
Basta osservare qualsiasi fenomeno – dal più microscopico e irrilevante, al più grande e ragguardevole – per constatare che la sua caratteristica è quella di cambiare di continuo. Ogni cosa che esiste è impermanente. Dal moscerino che ora mi sta camminando sul braccio alla foresta dell’Amazzonia. Dalla schiuma che si è formata nella mia tazzina di caffè al Governo che si è appena insediato a Palazzo Chigi.
Se una cosa cambia di continuo, tanto vale lasciarla andare.
Immaginiamo di trovarci sulla riva di un torrente e voler trattenere l’acqua. Non ci riusciremmo e sarebbe del tutto inutile. Comprendendo l’ovvia evidenza che non possiamo trattenerla, possiamo goderci appieno la realtà dinamica dell’acqua che scorre, e che rende il torrente così gradevole. Così funzionano le cose. Tutte le cose.
Lasciare andare non significa arrendersi
L’esempio del torrente, se applicato ad altri contesti, potrebbe far pensare che lasciare andare equivalga ad arrendersi. Non è così. Lasciare andare non significa arrendersi a tutto, anche a ciò che riteniamo ingiusto. Imparare a lasciare andare significa mettersi in sintonia con il come le cose funzionano.
Se ci mettiamo contro al naturale corso dell’esistenza, siamo destinati al fallimento. Quando parlo di come le cose funzionano, intendo anche noi stessi.
Il mio corpo è impermanente. Non c’è stato bisogno di arrivare all’età di 60 anni per capirlo. Non devo guardarmi allo specchio per realizzare che giorno dopo giorno sono diverso:
- Il mio corpo è composto da miliardi di cellule, che nascono e muoiono di continuo. Dovrei forse cercare di trattenerne qualcuna?
- I miei sentimenti sono impermanenti. Cambiano da un minuto all’altro. Mezz’ora fa ero arrabbiato da morire e adesso non lo sono per niente.
- I miei pensieri sono più che mutevoli. Su di loro non ho nessun controllo e non c’è alcuna possibilità di trattenerne alcuno.
- Le mie condizioni di vita cambiano senza che io possa fermarle. Ad ogni età ho esigenze e aspettative diverse. In ogni luogo dove mi trovo devo affrontare situazioni diverse. Ogni persona con la quale interagisco risponde a logiche che sfuggono al mio controllo.
Lasciare andare i desideri
Ma il cambiamento più importante, quello che mi fa veramente comprendere la necessità di lasciare andare, riguarda i miei desideri. I miei desideri cambiano tantissimo. Se non fosse così, andrei ancora alla ricerca del seno di mia madre. Ripensando ai miei desideri di bambino, a quelli di adolescente e anche a quelli di ragazzo adulto, posso solo sorridere. Non c’è stato bisogno di lasciarli andare. Se ne sono andati da soli.
I miei desideri cambiano anche a un ritmo più veloce. Quello che per me era importante l’anno scorso non lo è più adesso. Stamattina desideravo un caffè e adesso non più. Qualsiasi desiderio sorga in me in questo momento, so che non durerà a lungo. I desideri soddisfatti svaniscono. Ma svaniscono anche quelli insoddisfatti. Ecco perché possiamo lasciarli andare.

Stamattina desideravo un caffè e adesso non più. I desideri possiamo lasciarli andare perché sono impermanenti (foto: Elle Hughes)
Perché non riusciamo a lasciare andare?
Imparare a lasciare andare non è facile. Ma è possibile. Il problema principale è la percezione che abbiamo di noi stessi. Siamo convinti di essere degli individui separati dagli altri e dal resto della realtà. Pensiamo che ci siano dei confini netti tra una specie di “dentro”, cioè noi, e un “fuori”, cioè tutto il resto.
L’evoluzione ci ha dotati di un istinto di sopravvivenza che ci porta a proteggere questi confini, i confini dell’io. Al loro interno immaginiamo ci sia il nostro corpo, i nostri sentimenti, le nostre idee, i nostri desideri. Ma anche le persone che amiamo. Dentro i confini dell’io includiamo anche la nostra casa, l’automobile e gli oggetti che possediamo.
Ci sentiamo definiti da tutti questi oggetti. È per questo che liberarci di ciò che possediamo è così difficile. In questo senso, percepiamo il lasciare andare come una minaccia alla nostra stessa esistenza.
Cosa fare per lasciare andare?
Io direi che per imparare a lasciare andare sono necessarie due cose:
- Imparare a non identificarci con ciò che pensiamo ci caratterizzi e ci definisca: il nostro stesso corpo, le nostre idee, i nostri desideri, la comunità alla quale apparteniamo, gli oggetti che possediamo.
- Imparare a stare con il momento presente, che per sua natura è mutevole e sfuggente, ma è anche l’essenza della vita stessa.
A proposito del primo punto, lasciare andare non significa rifiutare, disconoscere o rinnegare. Lasciare andare semplicemente equivale a non attaccarsi. Riconoscere il valore mutevole di tutto ciò che vorremmo trattenere o che quanto meno consideriamo in maniera più statica di quanto non sia in realtà. Se abbiamo un partner e vogliamo praticare con lui o con lei il lasciare andare, non significa che dobbiamo abbandonarlo o tradirlo. Dobbiamo solo accettarne la mutevolezza e la nostra incapacità di controllarlo/a. Lasciare che sia come è. Non considerare quella persona in relazione alle nostre esigenze di auto-affermazione.
A proposito del secondo punto, mi sembra importante richiamare l’ovvia ma cruciale intuizione che:
- il passato, in quanto non più esistente, non è reale;
- il futuro, in quanto solo ipotetico, non è reale;
- il momento presente è l’unica realtà di cui possiamo fare esperienza.
Se impariamo a stare col momento presente, impariamo automaticamente a lasciare andare. Questo perché il momento presente, pur essendo reale, sparisce subito, sostituito da un altro momento presente.
Quando è meglio lasciare andare?
Il momento migliore per lasciare andare è adesso. Sì, proprio questo preciso momento!
Questo perché la nostra naturale tendenza a procrastinare, unita all’attaccamento – altrettanto naturale – a tutto ciò che pensiamo ci definisca, ci spinge a non impegnarci subito nella salutare opera di imparare a lasciare andare.
Prova a fermarti un attimo. Smetti di leggere. Ma prima fai attenzione alle seguenti istruzioni, cercando di non pensare ad altro:
- chiudi gli occhi;
- inspira;
- espira.
Com’è andata? Se provi a rifarlo una seconda volta, ti accorgerai come quello dell’espirazione sia il movimento per eccellenza del lasciare andare. Hai ingerito l’aria, l’hai forse trattenuta per un po’ ed espirando la lasci andare completamente. Te ne liberi. Mentre ti liberi dell’aria, tutto il corpo si rilassa.
Prova a stare per un po’ così, concentrandoti solo sul respiro: aria che entra, aria che esce, aria che entra, ara che esce, eccetera.
[Pausa]
Noterai come, ad ogni espirazione, tutto si rilascia. Le tensioni del corpo tendono ad allentarsi e a sciogliersi. L’espirazione ti aiuta a lasciare andare.
Rilassarsi lasciando andare
Rilassarsi lasciando andare non è un fenomeno unicamente fisico. Come ti sarà capitato di notare, le tensioni muscolari nascono da situazioni di stress e, più in generale, da stati emotivi. Rilasciando le tensioni, si rilasciano anche le emozioni che le hanno provocate.
Quindi la buona notizia è doppia:
- lasciare andare è facile perché si può fare semplicemente espirando;
- lasciando andare con l’espirazione ti puoi rilassare non solo dal punto di vista fisico, ma anche emotivo e mentale.
Il coraggio di lasciare andare
Finché si tratta di lasciare andare l’aria con l’espirazione, è tutto abbastanza facile. Magari non per tutti, ma alla portata di quasi tutti. Le cose si fanno difficili quando si tratta di lasciare andare ciò a cui siamo attaccati maggiormente: certe relazioni, le nostre convinzioni, l’idea che abbiamo di noi stessi, gli oggetti a cui teniamo, i soldi. In molti di questi casi serve un bel po’ di coraggio.
Ma rispetto a trovare il coraggio per lasciare andare una cosa a cui teniamo tantissimo, c’è una strada più semplice. Possiamo addestrarci gradualmente a non attaccarci a niente. Detto così può sembrare difficile, ma in realtà il vero lavoro da fare è quello di imparare a vedere il nostro attaccamento. Se riusciamo a vederlo, diventa più facile lasciarlo andare.
È molto una questione di esercizio e di abitudine. Perché la nostra mente funziona così. La meditazione ci può aiutare molto in questo compito. Quando pratichiamo la meditazione, ci esercitiamo a stare costantemente col momento presente. E questo già è molto. Inoltre osserviamo in piccolo il nostro modo di relazionarci con la realtà.
Già la respirazione in quanto tale ci educa allasciare andare, come abbiamo visto. Ma lo fa solo se ne siamo consapevoli. Respiriamo di continuo, per tutta la vita, senza accorgecene e farci caso. Ma se ci facciamo caso, se seguiamo consapevolmente il nostro respiro naturale, possiamo notare come dopo aver espirato, lasciamo che l’espirazione avvenga da sola. Ci liberiamo dell’aria volentieri e lasciamo che il corpo si rilassi. Se non facciamo caso al respiro, non ne traiamo niente, ma se il nostro respiro si fa consapevole, allora diventa lo strumento per eccellenza per educarci a lasciare andare.
E così piano piano, giorno dopo giorno, troviamo il coraggio di lasciare andare. Tale coraggio ci potrà aiutare persino a liberaci di una relazione tossica, a cambiare unlavoro che non ci piace, a dare nuova vitalità a una relazione a cui teniamo.
Lasciare andare nello Yoga
La dimensione del lasciare andare ha un ruolo molto importante anche nello Yoga, specie quando si praticano gli asana.
Lo Yoga aiuta ad alleviare lo stress e l’ansia attivando lo stato di rilassamento del corpo. Tale stato si verifica mediante l’attivazione del sistema nervoso parasimpatico. La respirazione lenta e consapevole, che è parte integrante della pratica dello yoga, funge da catalizzatore per l’attivazione di tale sistema. Una volta attivato, il sistema nervoso parasimpatico invia segnali al cuore e ai nervi, dicendo loro di rilassarsi, facendo trovare l’intero corpo in uno stato di rilassamento.
Ma spesso, praticando un asana qualsiasi, si creano diverse tensioni nel corpo, nel tentativao di assumere la posizione più vicina possibile a quella desiderata. Come insegna uno dei più importanti insegnanti italiani di Yoga, Antonio Nuzzo, il rilassamento può essere praticato in ogni asana.
Il segreto è quello di porre l’attenzioni alle parti del corpo e ai muscoli che non devono partecipare allo sforzo e rilassarli. Questo consente di realizzare un asana veramente completo, nel quale tutto il corpo è oggetto della consapevolezza e non soltanto alcune parti su cui concentriamo la nostra attenzione nel tentativo di ottenere un buon asana.
L’asana per eccellenza del lasciare andare nello Yoga è shavasana, la posizione del cadavaere. Proprio come avviene quando una persona muore, ogni muscolo del corpo si rilassa. Assieme al corpo si rilassa completamente anche la mente, ma rimanendo in uno stato di veglia. Questo è il totale lasciare andare. Infatti anche la morte stessa può essere vista come il lasciare andare per eccellenza. L’ultima espirazione, dopo la quale cessa ogni desiderio, compreso quello dell’aria nei polmoni.
Lasciare andare le proprie opinioni
Un altro risvolto molto interessante del lasciare andare riguarda le opinioni, uno dei tipi di rinuncia tra I più difficili. Lo studioso Bhikkhu Anālayo è andato a fondo su questo tema. Egli ricorda come il discepolo Sāriputta raggiunse la completa liberazione dopo aver capito che il senso dell’istruzione del Buddha era arrivare alla rinuncia grazie a una diretta intuizione della realtà.
Un gruppo dove prevale la retta parola è un gruppo i cui membri sono capaci di rinunciare alle proprie opinioni, invece di difenderle dogmaticamente.
Lo stesso studioso fa notare come nel contesto della meditazione, la rinuncia compare come ultimo dei sedici passi della consapevolezza del respiro. Qui la rinuncia è preceduta dalla contemplazione dell’impermanenza, della dissolvenza e della cessazione. Un’analoga serie di passi nello sviluppo della visione profonda, applicato alle sensazioni in generale, porta a non aderire a nulla al mondo, e quindi alla liberazione.
Il criterio si applica ad esempio alle sensazioni: sia che si tratti di sensazioni piacevoli o spiacevoli, osservando il loro carattere impermanente, possiamo giungere a rinunciare al coinvolgimento e all’attaccamento nei loro confronti. È un lasciare andaer che ci consente di evitare stati mentali negativi, come la tendenza latente all’irritazione o quella all’ignoranza.
Un modo semplice (e terra terra) per lasciare andare
Dopo tutte queste considerazioni, abbiamo capito che lasciare andare è cruciale, per la nostra esistenza. Sia dal punto di vista pratico che spirituale. Ma per elevarci ai più alti livelli spirituali, a volte dobbiamo abbassarci alle più prosaiche incombenze quotidiane.
C’è un modo molto semplice ed efficace per entrare pienamente in contatto con la dimensione del lasciare andare ed esercitarsi a tale attitudine: fare la pipì consapevolmente.
Sì, lo so, non è tanto bello da dire. Ma l’atto di fare la pipì è la quintessenza del lasciare andare, il grande veicolo per la più alta elevazione spirituale.
Quando facciamo la pipì lasciamo andare qualsiasi tensione, ci liberiamo di qualcosa che stavamo trattenendo e ci rilassiamo rispetto a un desiderio che ci teneva imprigionati. Se prendiamo l’abitudine a farlo consapevolmente, il lasciare andare della pipì ci lavora dentro e I rende abili nel lasciare andare in tutti gli ambiti della vita.
È sufficiente che, mentre facciamo la pipì, invece di pensare ad altro, ci concentriamo solo sulle sensazioni del corpo in quel momento.
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6 risposte
[…] Lasciare andare è il presupposto per non fare nulla. Se il 1 maggio lo passerai in un parco pubblico (spero ci sia nella tua città), puoi provare a meditare su una panchina. È l’attività più semplice del mondo, anche se non la più facile: devi solo rimanere lì in silenzio, senza pensare a nulla. Tutto ti passerà davanti e dovrai solo lasciarlo andare. […]
[…] della mente. Con l’espirazione in particolare, si può sperimentare come sia possibile lasciare andare le tensioni e distendere i muscoli. È possibile provarlo anche solo per la durata di un […]
[…] che arriva, prima o poi se ne va. È un’ottima occasione per effettuare la pratica del lasciare andare. Non c’è nulla da trattenere. Nulla da […]
[…] io lasciare andare ogni cosa, senza voler trattenere nulla, come fa questo laghetto nel momento in cui riflette il passaggio […]
[…] pur essendo intimamente connesso alla terra, l’albero è anche in grado di lasciare andare pienamente. Lo fa ogni autunno, perdendo tutte le sue […]
[…] Sperimenta anche, fino in fondo, la dimensione del lasciare andare. Ora è molto facile farlo. Nei momenti più difficili della vita, ti sarà molto […]