La meditazione può svolgere un ruolo chiave nella psicoterapia, sia nel lavoro con il paziente, sia a sostegno del terapeuta stesso, spesso soggetto a stress lavorativo e a “burnout”. Questa pratica, proposta da un’autrice con una lunga esperienza di integrazione tra psicoterapia e meditazione, intende aiutare proprio i terapeuti a sviluppare una maggiore capacità di essere presenti senza essere difensivi o reattivi.

1. Innanzitutto siediti comodamente, con la schiena dritta e gli occhi dolcemente aperti o chiusi.

2. Nota che stai respirando e percepisci le sensazioni del respiro.

3. Se la mente vaga, non c’è problema: basta riportare delicatamente l’attenzione sul respiro. Dopo aver seguito il respiro per qualche minuto, verifica se riesci a individuare qualche disagio, magari un prurito o un dolore.

4. Invece di spostarti automaticamente per alleviare il dolore o grattarti il prurito, porta tutta la tua attenzione sul disagio. Nota la sua consistenza e come cambia di momento in momento.

5. Rimani con le sensazioni di disagio il più a lungo possibile. Sperimenta il rimanere con esse per un po’ di tempo.

6. Dopo aver assistito al disagio per alcuni minuti, riporta l’attenzione alle sensazioni del respiro.

Da:”Three Ways to Bring Mindfulness Into Therapy“, Greater Good Magazine, September 8, 2014.

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Categorie di questo esercizio: Equanimità | Non reattività |
Temi di questo esercizio: osservare le sensazioni | psicoterapia | reattività |
Autore: Susan M. Pollak |
Immagine di copertina: Hans Hartung, Senza titolo, 1956