interdipendenza

Una meditazione proposta dal maestro zen Thich Nhat Hanh che ci aiuta a rispondere alla domanda cruciale “chi sono io?”, grazie alla visione profonda dei 5 “aggregati” di cui siamo fatti: corpo, sensazioni, percezioni, processi mentali e coscienza.

Prendete una vostra fotografia da bambini. Sedete nella posizione del loto o del mezzo loto. Cominciate a seguire il respiro. Dopo venti respiri, gradualmente portate l’attenzione sulla fotografia. Fate rivivere dentro di voi i cinque aggregati di cui eravate fatti all’epoca a cui risale la fotografia: le caratteristiche fisiche del vostro corpo, le sensazioni, le percezioni, i processi mentali e la coscienza di quell’età. Continuate a seguire il respiro. Non fatevi trasportare o sopraffare dai ricordi.

Meditate così per quindici minuti. Conservate il mezzo sorriso. Rivolgete l’attenzione a ciò che siete ora. Prendete coscienza del corpo, delle sensazioni, delle percezioni, dei processi mentali e della coscienza attuali. Considerate i cinque aggregati di cui siete fatti. Chiedetevi: “Chi sono io?”. E una domanda che va sentita nel profondo, come un nuovo seme che si annida nella terra soffice impregnandosi d’acqua. Non è una domanda astratta da rivolgere all’intelletto discorsivo. “Chi sono io?” è una domanda che non coinvolge solo l’intelletto, ma i cinque aggregati nel loro insieme. Non cercate una risposta intellettuale. Meditate così per dieci minuti, conservando una respirazione leggera ma profonda per non lasciarvi prendere la mano dai ragionamenti filosofici.

Da: Thich Nhat Hanh, Il miracolo della presenza mentale, Astrolabio Ubaldini, 1992.

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Categorie di questo esercizio: Non sé | Visione profonda |
Temi di questo esercizio: 5 aggregati | interdipendenza |
Autore: Thich Nhat Hanh |
Immagine di copertina: Rosie Nanyuma Napurrula, 2005