Così cambiano yoga, meditazione e mindfulness

Yoga Journal, la più importante rivista del settore, è uscita con uno speciale su mindfulness e meditazione.

La scelta è significativa e promettente, in un momento storico in cui assistiamo a un boom dello yoga e a una proliferazione di stili diversi, ma anche all’esigenza di una trasformazione profonda del settore. Nel frattempo la mindfulness, versione secolare della meditazione, si diffonde sempre di più nella società. Ne parliamo col direttore, Guido Gabrielli.

Perché Yoga Journal ha deciso di pubblicare uno speciale sulla meditazione?

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Lo yoga in quanto tale, tutte le sue parti, comprende la meditazione, soprattutto come consapevolezza. Negli 8 stadi degli Yoga Sutra di Patanjali, testo fondamentale dello Yoga, contiene riferimenti alle scuole del Grande Veicolo del Buddhismo, dove la pratica viene descritta come un lavoro di indagine sul corpo e sul respiro. Lo stesso Kabat-Zinn, il fondatore della mindfulness, include lo yoga all’interno del suo protocollo sulla mindfulness (MBSR).

Personalmente consiglio a chi si dedica solamente una delle due pratiche – yoga o meditazione – di prendere in considerazione anche l’altra. C’è una stretta connessione: il corpo va gestito in modo efficace a sostegno della consapevolezza, così come la consapevolezza ci consente di prenderci meglio cura del nostro corpo.

In questo speciale di Yoga Journal, abbiamo scelto di dare molto spazio alla versione più secolare della meditazione, cioè la mindfulness.

Pensi che oggi la meditazione abbia il giusto spazio all’interno dei corsi di yoga?

Direi proprio di no. In alcuni stili e tradizioni di yoga la meditazione è presente, ma il più delle volte la pratica più propriamente meditativa viene relegata alla parte iniziale con una recita di una OM e a quella finale della lezione, sotto forma di “body scan” (o Yoga Nidra) nella posizione del cadavere (Shavasana).

L’attuale boom dello yoga non è di certo legato alla meditazione. Oggi vanno molto le forme dinamiche dello yoga, tipo Vinyasa, finalizzate al raggiungimento del benessere. Manca a volte la capacità di osservare il corpo come cambia e come avviene il processo.

Sono comunque due tipi di pubblico piuttosto diversi. La meditazione attira di più persone adulte, più disponibili ad una indagine conoscitiva interiore, ad una accettazione della realtà così come è, prescindendo da vacue aspettative di vita.

Quando chiedo agli insegnanti yoga, come hanno intrapreso il loro cammino con questa disciplina, cominciano la loro storia con “per caso”. In quella dimensione, “il caso” (una sincronia ancora non svelata), implica la cessazione di una aspettativa, ove paradossalmente si apre la meraviglia.

A cosa si deve il successo della mindfulness, che ora fa più forte della meditazione?

L’uso della parola “stress” (contenuta nell’acronimo MBSR) è una delle chiavi del successo della mindfulness. E una parte di questa popolarità si deve proprio al fatto di attirare persone che non hanno esperienza di yoga.

La mindfulness ti mette a disposizione una tecnica immediata ed efficace, attraverso sia la pratica formale sia informale (un atteggiamento mentale con cui confrontarsi in diverse occasioni quotidiane, “ora mi cucino due uova in consapevolezza”), ma senza implicazioni di natura etica. Manca lo stress della tensione etica, e questo rende la mindfulness accessibile e accettabile da chiunque, ma a volte anche ambigua.

Oltre alla mindfulness, va menzionato un buddhismo secolare ancora poco presente in Italia, rappresentato negli Stati Uniti da figure come Lodro Rinzler, che insegna come la pratica buddhista possa integrarsi nella vita quotidiana. In Italia qualcosa di simile è testimoniato dall’attività di Niccolò Branca ( Presidente e Amministratore Delegato Holding del Gruppo Branca International S.p.A.), l’imprenditore che ha portato la consapevolezza nella propria azienda.

Come sta cambiando lo yoga?

Oltre ai fenomeni che ho già descritto, lo yoga si sta “digitalizzando”, cioè dipende sempre di più da internet, soprattutto oltre-oceano. Negli Usa proliferano lezioni online di yoga, che sono quasi prevalenti rispetto a quelle in presenza. Molti insegnanti di yoga diventano famosi in rete prima che nelle scuole, su piattaforme come Instagram, facendo perno soprattutto sulla propria abilità nella comunicazione digitale. Il risultato è che spesso insegnanti con molta più esperienza riscuotono meno successo.

Con la meditazione è diverso, affinché possa integrarsi ed accompagnarci nella vita deve essere praticata tutti i giorni e i risultati non sono immediati. Bisogna avere grinta, fede un po’ di autodisciplina e non aspettarsi nulla. È l’esatto contrario di qualsiasi prescrizione farmacologica, ma funziona.

Chi sono gli utenti tipici delle scuole di yoga?

Sta emergendo una fascia giovane di allievi, tra i 20 e i 35 anni, interessata allo yoga più performativo, dunque attratta dalle forme contemporanee di yoga in movimento, ma anche dalle formulazioni più suggestive del linguaggio legato allo yoga (“connettersi con la madre terra”), di sapore new age.

Poi c’è un pubblico più maturo, over 40, in prevalenza femminile, interessato maggiormente agli aspetti riflessivi della pratica.

Come vedi il futuro dello yoga in Italia?

In questo momento in Italia è in corso una fase di transizione cruciale, a seguito della decisione del Coni, del dicembre scorso, di escludere le scuole di yoga dal Registro Nazionale delle Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche, che devono essere no profit. Questo fa venire meno molte delle agevolazioni fiscali di cui godevano, costringendole a trasformarsi in vere e proprie attività imprenditoriali. Ci sarà meno ambiguità tra il profit e il no profit, ma il cambiamento non sarà facile né indolore. La questione è ancora in una fase molto confusa e ne sapremo di più verso settembre ottobre, quando si vedranno gli esiti dei vari ricorsi in atto.

Più a lungo termine, la dimensione digitale diventerà più importante anche in Italia. La tendenza è di scuole di yoga con ampi spazi che offrono stili differenti e diverse discipline.

E quello dello Yoga Journal?

Il futuro della nostra testata è legato in parte alla fase di cambiamento che ho appena descritto: potremmo diventare un punto di riferimento per il dibattito su questo tema.

Vogliamo diventare una piattaforma nella quale potrà riconoscersi chiunque desideri approfondire le varie tematiche inerenti la pratica. Lo Speciale su Mindfulness e Meditazione è il primo di un nuovo format di approfondimento monografico. In parte viene replicato anche nella sua dimensione di mensile, infatti il prossimo numero di luglio/ agosto sarà dedicato allo “yoga e sessualità”, poi a settembre “ Insegnare Yoga”. Inoltre avremo una maggiore integrazione con la dimensione social, introducendo attività come le dirette web.

Per approfondire:

yoga

meditazione

mindfulness

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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