Come meditare: rimanere immobili, ecco perché
Quando si impara come meditare, si acquisisce presto dimestichezza con la pratica e si tende a trascurare un aspetto importante, specie nella meditazione Vipassana: la necessità di rimanere immobili. Non semplicemente fermi, ma proprio immobili. Nella meditazione la tecnica ha infatti la sua importanza, nonostante sia un tipo di pratica nella quale non è affatto necessario seguire fedelmente prescrizioni o dogmi. Perché la tecnica giusta ci consente di predisporre il corpo e la mente ad accogliere nel modo migliore ciò che c’è nel momento presente. E per modo migliore intendo senza filtri di alcun tipo, senza interpretazioni mentali; per stabilire un contatto diretto con la realtà nuda, così com’è. Una realtà che, in fin dei conti, è fatta unicamente di sensazioni che attraverso i sensi giungono di continuo alla nostra coscienza per transitarvi, subire delle trasformazioni e infine uscirne.
Principi di base della meditazione Vipassana
La meditazione Vipassana, in particolare, mira proprio all’osservazione profonda di tale processo. Abbiamo visto come la nostra mente abbia un comportamento ambivalente che, per comodità, può essere scisso in due atteggiamenti spesso compresenti:
- la mente operativa, che desidera agire, controllare la realtà, ponendosi a diretto servizio del nostro ego;
- la mente contemplativa, che si pone in un atteggiamento di mera osservazione della realtà, senza volerla interpretare né cambiare.
La meditazione Vipassana adotta tecniche per placare la mente operativa e dare totalmente spazio (o per lo meno più spazio possibile) alla mente contemplativa. Dunque se si vuole seguire tale approccio (diverso dalla tipica meditazione zen, più basata sulla concentrazione che sull’osservazione) è necessario adottare tutti gli accorgimenti utili al caso. Uno di questi è di rimanere immobili.
Contemplare con la mente
Rimanere immobili non significa però sforzarsi, come farebbe magari il giovane soldato di guardia davanti al Palazzo Reale. Il corpo, di per sé, non si muove. Lo fa solo se riceve un impulso da parte della mente. Dunque se si rimane completamente immersi in uno stato contemplativo, il corpo se ne sta lì, immobile, senza voler cambiare nulla. Ogni movimento – come ad esempio cambiare posizione, dondolare, grattarsi, fare smorfie, eccetera – è comandato dall’ego, che si serve di quella che abbiamo chiamato “mente operativa”, la parte di noi dualistica, che si pone in antitesi alla realtà per volerla manipolare.
Ma durante la meditazione noi cerchiamo la dimensione della contemplazione, dell’abbandono, del lasciare andare, del rimanere senza fare niente, per poter meglio osservare ciò che succede veramente.
L’esperienza stessa ci dice che per osservare bene qualcosa bisogna stare fermi. Se sto camminando in un bosco e sento un suono che mi sembra quello di un animale che si muove, e voglio capire cosa succede, allora mi devo subito fermare, rimanere immobile ad ascoltare. Lo stesso se c’è qualcosa lontano o anche vicino che voglio osservare. Fermarsi per osservare, ecco cosa succede nella meditazione Vipassana. Non è difficile, apparentemente. Basta esercitarsi a tenere a freno l’ego, che è sempre pronto a intervenire per manipolare la realtà, nel tentativo di dimostrarci l’impossibile: l’esistenza di un sé separato dal resto della realtà che ci circonda.
Credits
Dopo anni di meditazione, ho ricevuto questo insegnamento sull’immobilità da Alberto Cortese name, un insegnante di meditazione che mi ha fatto imparare molto. Come un maestro zen che bastona l’allievo addormentato, ha mimato di fronte a tutti i miei movimenti durante una seduta di meditazione. La vergogna ha subito ceduto il passo alla soddisfazione: le persone che ci criticano sono già le più preziose per definizione. Se poi lo fanno con l’amorevole motivazione del maestro di pratica, anche le osservazioni più crude si tramutano in preziosi insegnamenti!
Per approfondire:
[La foto è di Astrid Westvang, Norvegia]You need to login or register to bookmark/favorite this content.
Ciao a tutti. Stare fermi durante la meditazione? Dipende dalla pratica che si vuole fare! Per alcune è importante muoversi, cioè esprimere con piccoli gesti le emozioni che si sentono e questo è importante quando si vuole connettere il corpo e la mente.
Per me è impossibile stare ferma! Non ci riesco proprio perchè esprimo il mio perenne nervosismo/ansia con una gamba che si muove.
Stando immobile diventerei ancora più nervosa…soprattutto in caso di meditazione lunga.
La tua gamba che si muove e’ sono un modo per non osservare il tuo nervosismo. Il fatto che il nervosismo aumenterebbe se tu fossi completamente ferma e’ una cosa positiva, questo perche lo scopo della meditazione e’ portare a maturazione I fenomeni mentali e osservarli.. e allora ci accorgiamo che sono solo tigri di carta. Dall’osservazione, e portando a maturazione il fenomeno, potresti rischiare di scoprire cosa realmente sta dietro questo, la sua motivazione. A mio parere stai facendo meditazione in maniera sbagliata.
La meditazione è la cosa più semplice come tecnica che esista, tanto semplice quanto difficile perché è la mente che ci porta fuori a spasso durante i vari tentativi.
La meditazione è l’ascolto del proprio respiro, ed è proprio il respiro l’unica cosa che rilassa e ferma la mente. Se utilizzate delle tecniche, di qualsiasi tipo, usate la mente ed il controllo, non meditate ma proiettate solo dei pensieri, cosa che accade frequentissimamente anche a i più esperti !!
Dunque abbandonate il giudizio, le tecniche, e quant’altro. Sedetevi e ascoltate il vostro respiro, senza meta, senza un bisogno, senza nessun fine, e lasciate passare le idee, la giornata e tutto quello che vi portate dietro da anni…… perchè si incomincia prendendo confidenza con noi stessi, Ascoltateti ed entrate sempre più dentro !
molto utile questo chiarimento sulla meditazione contemplativa che ci permette di realizzare una osservazione consapevole del contesto a 360 gradi ..