
La pratica del dharma ha più affinità con la creazione artistica che con la soluzione tecnica di problemi. L’aspetto tecnico del dharma (come il training finalizzato ad ottenere una maggior capacità di concentrazione) è paragonabile all’abilità tecnica che il vasaio deve apprendere per diventare esperto nella sua arte. Entrambi gli apprendistati possono richiedere parecchi anni di disciplina e di duro lavoro. E tuttavia, in entrambi i casi l’acquisizione di tale competenza è soltanto un mezzo, non un fine in se stessa. Così come la competenza tecnica nella ceramica non dà garanzie di ottenere dei bei vasi, così la competenza tecnica nella meditazione non offre la garanzia di una risposta al dolore che sia saggia e aperta alla compassione.
L’arte del dharma richiede impegno, abilità tecnica, immaginazione. Come avviene per tutte le arti, non riusciremo a realizzare pienamente le sue potenzialità se uno di questi tre elementi è assente. Il materiale grezzo della pratica del dharma siamo noi stessi e il nostro mondo, e questi elementi vanno compresi e trasformati in accordo con la visione e i valori del dharma stesso. Non si tratta di un processo che miri a trascendere se stessi o il mondo, ma di un processo di creazione di sé e del mondo.
La negazione dell’io mette in discussione soltanto la nozione di un io statico indipendente di corpo e di mente; non l’ovvio concetto di noi stessi in quanto persone distinte da qualsiasi altra. Tale nozione di un io statico rappresenta l’ostacolo principale alla realizzazione delle potenzialità uniche che ci appartengono in quanto individui. Se dissolviamo questa rappresentazione illusoria tramite la consapevolezza della transitorietà, dell’ambiguità, e della contingenza dell’esperienza, siamo liberi di creare noi stessi in modo del tutto nuovo. La nozione del mondo come realtà aliena, fatta di entità refrattarie e isolate, costituisce, analogamente, l’ostacolo fondamentale alla creazione del mondo. Allo stesso modo, se dissolviamo questa concezione mediante una visione del mondo come totalità dinamica e interrelata di cui siamo parte integrante, siamo liberi di misurarci con il mondo in modalità del tutto nuove.
Realizzare tali prospettive richiede degli atti di immaginazione. Per quanto sia profonda la nostra comprensione della natura transitoria e vuota dell’esistenza, per quanto sia intensa la nostra esperienza dell’intrinseca libertà della realtà, per quanto sia appassionata la nostra aspirazione a lenire il dolore altrui, se non siamo in grado di immaginare delle forme di vita che rispondano effettivamente alle condizioni presenti, saremo inevitabilmente limitati nelle nostre potenzialità d’iniziativa. Invece di trovare una voce capace di rivolgersi alle peculiari circostanze proprie della nostra situazione, ripeteremo clichés e dogmi di altre epoche. Invece di partecipare creativamente alla cultura del risveglio contemporanea, ci confineremo alla preservazione di quelle culture di un passato che sta scomparendo.
La creazione di sé implica la capacità di immaginare noi stessi in altri modi. Invece di pensare noi stessi come un nucleo rigido, statico in una mutevole corrente di processi fisici e mentali, possiamo considerarci come un racconto che trasforma quei processi in una storia che si svolge. La vita prenderebbe allora a somigliare meno a una postazione difensiva per preservare un io immutabile, e più a un lavoro in corso per completare un racconto non finito. In quanto narrazione coerente, la nostra identità permarrebbe integra senza che vi fosse bisogno di presumere un immobile centro metafisico attorno a cui ruotasse ogni evento. Basandosi sulla consapevolezza della natura transitoria, ambigua e contingente della realtà, questo tipo di personalità privilegerebbe la leggerezza, la flessibilità e l’adattabilità, il senso dell’umorismo e dell’avventura, l’apprezzamento del punto di vista altrui, la celebrazione della differenza.
Da: Stephen Batchelor, “Buddhismo senza fede“, Neri Pozza, 1998.
Per approfondire:
Stephen Batchelor – Testi scelti in italiano e libri
Per approfondire:
Charlotte Joko Beck – Citazioni e aforismi, biografia, testi e libri
Libri di Stephen Batchelor
Se li acquisti da questi link, contribuirai alle spese di Zen in the City.
Vuoi ricevere gli aggiornamenti da Zen in the City?
Inserisci il tuo indirizzo per ricevere aggiornamenti (non più di 1 a settimana):
You need to login or register to bookmark/favorite this content.