Ballare da soli come pratica di meditazione

ballare da soli

Ballare da soli può essere una vera e propria pratica di meditazione. Ma è anche una cosa molto divertente e che fa bene alla salute. Vi bastano questi 3 motivi per prendere l’abitudine del ballo in solitudine? Allora cominciamo!

In generale, ballare fa molto bene, dal punto di vista della salute. Fa lavorare il cuore, rafforza le ossa e migliora l’equilibrio. Quando si balla, si ottengono molti benefici per la salute fisica e mentale, secondo il Dipartimento USA per la salute: migliore salute del cuore, muscoli più forti, migliore equilibrio e coordinazione, ossa più forti, minor rischio di demenza, miglioramento della memoria, riduzione dello stress, maggiore energia, miglioramento dell’umore.

Ci sono molti modi diversi per ballare. Il più semplice è iscriversi a uno dei tanti corsi su qualsiasi ballo possibile immaginabile. Un altro è andare in discoteca o simili. Il migliore di tutti sarebbe organizzare spesso feste da ballo con gli amici, ma non è facile. E poi c’è ballare da soli.

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Ballare da soli può sembrare un’attività triste. Sin dalla preistoria, la danza è parte dei rituali come momento di aggregazione della collettività, sia nelle cerimonie che nelle feste popolari. Ballare ha sempre rappresentato un’occasione di aggregazione, nell’ambito delle comunità umane. Alcuni scienziati ritengono persino che il ballo possa essere stato un vantaggio evolutivo, rafforzando i legami sociali in modi che hanno migliorato la sopravvivenza.

Per quale motivo dovremmo ballare da soli? Il più convincente, a mio parere, è che possiamo farlo anche tutti i giorni e renderlo parte della nostra routine quotidiana per mantenerci in buona salute. Tutti dovremmo avere una routine di questo tipo, su misura per le nostre possibilità ed esigenze.

Nella mia routine, per esempio, è incluso di andare ogni mattina al parco per fare 40 minuti di camminata veloce. È un’attività che amo, anche perché mi permette di stare in contatto con gli elementi naturali, ma quando piove preferisco rimanere a casa. Rimango a casa a ballare da solo e questo mi rende felice. Perché trovo che ballare sia bellissimo!

Ballare da soli come pratica di meditazione

Ballare da soli può diventare una vera e propria pratica di meditazione. In che modo? Lo diventa se siamo concentrati a tal punto da far diventare il ballo un’esperienza di flusso. L’esperienza di flusso, nota anche come “stato di flusso”, è un concetto introdotto dallo psicologo Mihaly Csikszentmihalyi nel 1975. Questo stato si verifica quando una persona è completamente immersa in un’attività, al punto da perdere la nozione del tempo e dello spazio, poiché si focalizza intensamente su ciò che sta facendo.

Riuscire a entrare nell’esperienza di flusso è la massima espressione della cosiddetta intelligenza emotiva, secondo Daniel Goleman. “Nell’esperienza di flusso”, dice Goleman, “le emozioni non sono solamente contenute e incanalate, ma positive, energizzate e in armonia con il compito cui ci si sta dedicando”. La caratteristica del flusso è una sensazione di gioia spontanea, perfino di rapimento. Poiché il flusso ci fa sentire così bene, esso è di per se stesso gratificante. È uno stato in cui la consapevolezza si fonde con le azioni e nel quale siamo assorbiti in ciò che stiamo facendo, mentre prestiamo attenzione esclusivamente al nostro compito.

Nonostante un’esperienza di flusso come quella di ballare da soli sia così gratificante, possiamo accostarla alla meditazione. L’esperienza di flusso e la meditazione sono due stati mentali che, pur essendo distinti, condividono alcune caratteristiche simili:

  1. Presenza nel momento presente: sia l’esperienza di flusso che la meditazione enfatizzano la presenza e la consapevolezza del momento presente. Nella meditazione, questo si ottiene attraverso la pratica di focalizzazione e consapevolezza, mentre nell’esperienza di flusso, si verifica naturalmente quando una persona è completamente immersa in un’attività.
  2. Riduzione del dialogo interiore: entrambi gli stati possono portare a una riduzione del dialogo interiore o del “rumore mentale”. Nella meditazione, questo è spesso un obiettivo esplicito, mentre nell’esperienza di flusso, è un effetto collaterale dell’immersione totale nell’attività.
  3. Stato di tranquillità e concentrazione: la meditazione mira a raggiungere uno stato di tranquillità e concentrazione profonda. L’esperienza di flusso, sebbene generalmente associata a un’attività come ad esempio il ballare da soli, produce anche uno stato di concentrazione intensa e spesso di serenità.
  4. Benefici per il benessere mentale: entrambi gli stati sono stati associati a benefici per la salute mentale, come riduzione dello stress, maggiore felicità e miglioramento della qualità della vita.
  5. Auto-trascendenza: sia nella meditazione che nell’esperienza di flusso, può verificarsi un senso di auto-trascendenza, dove l’individuo si sente connesso a qualcosa di più grande di sé stesso. Nella meditazione, questo può essere un obiettivo spirituale o di autoconsapevolezza, mentre in esperienze di flusso come il ballare da soli, può derivare dal superamento dei limiti personali attraverso l’attività.
ballare da soli a casa
Ballare da soli a casa può diventare un'attività rigenerante con molte caratteristiche simili alla meditazione.

Ballare da soli: come fare

Se non siete abituati a ballare da soli può essere utile avere qualche indicazione pratica, per rendere questa attività pienamente piacevole e benefica.

  1. Il luogo può essere benissimo casa tua, purché ci sia un minimo di spazio per ballare. Ma bastano veramente pochi metri quadri.
  2. L’impianto per generare musica deve garantire un minimo di qualità, anche per rendere l’esperienza più “immersiva”. Come fonte puoi usare lo smartphone, con un servizio di streaming musicale tipo Spotify, Apple Music o YouTybe. Ma – oltre che il computer – vanno bene anche i vecchi lettori mp3. Se sei una di quelle persone che non ha mai amato il passaggio al digitale, puoi accontentarti perfino di un lettore di musicassette tipo Walkman.
  3. Le cuffie sono quello che fa la differenza, nella pratica di ballare da soli, perché ti permettono di immergerti totalmente nella musica senza disturbare nessuno. L’ideale sono le cuffie bluetooth, con le quali puoi muoverti in totale libertà. Esistono cuffie di tutti i tipi e prezzi, ma il mio consiglio è di non lesinare troppo, dal momento che la qualità è abbastanza legata al costo e si tratta di un oggetto che può durare tanti anni. Dopotutto, se hai deciso di ballare a casa anziché iscriverti in palestra, risparmierai tanti soldi. Io ne uso una tipo questa. Ma anche se spenderai 20 euro, potrai ugualmente immergerti nel flusso del ballare da soli!
  4. La musica è l’ingrediente base. Non puoi accontentarti di una musica qualsiasi. Devi divertirti e provare piacere in quello che ascolti. Il mio consiglio spassionato è di usare la mia playlist “Belle e ballabili” su Spotify, nella quale ho selezionato, nel corso degli anni, musiche che fossero sia “belle” che “ballabili”. Dunque pochi classici da discoteca e tanta musica di qualità, comprendendo sia generi da “boomer” – tipo rhythm and blues, reggae e punk – sia altri filoni, come la world music , la musica elettronica e perfino il jazz. Attualmente la playlist contiene 34 ore di musica, dunque potete sentirla tutti i giorni senza annoiarvi mai.
  5. Il modo di ballare deve essere il tuo al cento per cento. Nessuno di guarda. Non devi dimostrare nulla. Entra totalmente nella musica e muoviti in piena libertà, usando tutte le parti del corpo. Ricordando che per te è anche una forma di ginnastica per mantenerti in salute, non lesinare nei movimenti.

In conclusione, ballare da soli può diventare una pratica di meditazione e come tale essere nutriente, rigenerante e fonte di conoscenza profonda. Va comunque detto che, in generale:

  • non dobbiamo mai rinunciare a fare attività all’aria aperta nella natura, che di per sé è rigenerante;
  • non possiamo esagerare con le attività da fare da soli a casa con i nostri dispositivi digitali, altrimenti rischiamo di perdere la sana abitudine alla socialità.

La vita è una danza

Ascoltare la musica può tradursi in un’attività meditativa anche in un altro senso. Se paragoniamo la vita alla musica, notiamo importanti analogie.

  • In entrambi i casi, si svolgono con un certo ritmo senza perseguire alcuno scopo. Quando ascoltiamo la musica, lo facciamo solo per il gusto di farlo. Non abbiamo obiettivi. Non dobbiamo arrivare da nessuna parte. Così è anche la vita.
  • La vita è come una musica che non conosciamo, la quale può riservarci sorprese di ogni tipo, alle quali rispondere di volta in volta nel modo più saggio. Proprio come il danzatore che segue sia il ritmo che la melodia della musica.

 

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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