
La meditazione della pipì è una pratica dall’alto valore spirituale. Siamo abituati a pensare al gabinetto come a un luogo sporco, deputato alla parte più volgare delle attività che svolgiamo nella nostra vita. Gli stessi escrementi vengono utilizzati nel linguaggio comune per esprimere disgusto e biasimo. Ma quando facciamo la pipì, non solo entriamo pienamente in contatto con il nostro corpo, ma ci esercitiamo nella fondamentale arte di lasciare andare, che è la base per un’autentica liberazione.
- Rilassa e apri bene le spalle. Mantieni la schiena eretta. Cura che il corpo sia in equilibrio tra destra e sinistra.
- Rilascia tutto. Goditi pienamente l’azione rilassante e liberatoria dell’atto di fare la pipì.
- Recita mentalmente questi versi:
Eccomi, sono qui,
in pieno contatto col mio corpo.
Lascio una parte di me stesso/a
in questo ambiente che mi accoglie. - In alternativa, recita mentalmente:
Mi rilasso e lascio andare.
Non c’è niente da trattenere - Considera che anche Gesù, duemila anni fa, faceva lo stesso, e prima di lui il Buddha. La pipì può essere una profonda esperienza spirituale.
- Quando hai finito, prenditi ancora un attimo. Richiudi il coperchio del water e, dopo aver tirato l’acqua, sieditici sopra. Chiudi gli occhi, respira e concentrati sul respiro, finché non senti che lo sciacquone si è ricaricato completamente.
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