Diamo ai ragazzi il diritto all’oblio su internet

I ragazzi dovrebbero avere diritto a veder cancellato ciò che hanno pubblicato su internet nel momento in cui compiono 18 anni? Nel Regno Unito sta mondando la campagna iRights, un’iniziativa della società civile – a cui hanno già aderito molte associazioni – che mira a rendere il mondo digitale più trasparente e più abilitante per i bambini e i ragazzi minorenni, per mezzo di un insieme di diritti digitali “che rendano i ragazzi stessi in grado di accedere alle tecnologie digitali in modo creativo, consapevole e senza paura”.
Per i promotori di iRights, una campagna alla quale ha aderito anche Zen in the City, ciascun bambino o ragazzo dovrebbe aver diritto a modificare o cancellare qualsiasi contenuto che abbia pubblicato su internet. “La sperimentazione personale è una componente essenziale dell’infanzia”, dicono. “Però internet né dimentica né corregge mai”. Possiede anzi una memoria infinita, nella quale vengono immagazzinate le tracce di tutte le azioni compiute a ciascuno. Le informazioni vengono conservate, a dispetto delle circostanze nelle quali sono state prodotte e della volontà dei loro autori. “Gli errori di valutazione, le esperienze infelici e le attitudini che sono frutto d’immaturità vengono salvate su internet per molto tempo anche dopo che sono svanite nella memoria di amici e famigliari. Ciò rende particolarmente difficile per i giovani lasciarsi alle spalle il passato e andare avanti”.
Cosa fare
La proposta è di dare ai ragazzi minorenni il diritto di cancellare i propri contenuti, in modo semplice e diretto, su qualsiasi sito o servizio online. È un principio a mio parere molto importante da affermare, anche se difficile da attuare in termini pratici, poiché i contenuti online possono essere condivisi e replicati da altri all’infinito. Inoltre gli utenti internet generano contenuti di continuo in modo automatico, tramite la semplice navigazione. I “cookies“, infatti, registrano i dati sulle pagine viste online e tali dati sono oggetto di un commercio nel quale sono coinvolte molte società diverse.
Cosa fare dunque? I genitori dovrebbero essere i primi a preoccuparsi del diritto alla riservatezza dei ragazzi, evitando di pubblicare online foto dei propri figli, a partire da Facebook. Ma i ragazzi stessi dovrebbero essere resi più consapevoli di cosa significa essere online. La stessa campagna iRights, tra i diritti che vanno garantiti, include sia quello a essere informati e scegliere consapevolmente, sia quello all’alfabetizzazione digitale.
Tutti noi dobbiamo essere consapevoli che ogni azione che compiamo su internet ha delle conseguenze, in noi stessi e negli altri, andando a formare il nostro karma digitale, dal quale è sempre più difficile liberarsi e che ci sopravviverà quando non ci saremo più.
I 5 diritti digitali (iRights)
Diritto a rimuovere
L’opzione consiste nel poter cancellare qualsiasi attività generata prima dei 18 anni, che potrebbe essere stata creata per immaturità. Questo permette all’utente di lasciarsi alle spalle esperienze passate che sono state dimenticate da tempo, ma che potrebbero essere estrapolate dal contesto e usate contro di lui nella vita adulta.
Diritto a conoscere
Bambini e ragazzi dovrebbero avere la piena conoscenza e controllo su come vengono utilizzate le loro informazioni e per cosa vengono utilizzate, nonché una chiara conoscenza e comprensione del significato della divulgazione dei loro dati.
Diritto alla sicurezza e al sostegno
I bambini dovrebbero ricevere supporto e protezione dagli adulti per comprendere facilmente la loro attività online e le relative conseguenze.
Diritto a scelte informate e cnsapevoli
I bambini dovrebbero avere le informazioni e la capacità di impegnarsi e disimpegnarsi liberamente con la parte creativa e partecipativa di Internet, al fine di svilupparsi e proteggersi.
Diritto all’alfabetizzazione digitale
I bambini devono essere educati a consumare e creare contenuti digitali in modo libero e sicuro e a gestire la loro persona digitale.
Il tema del karma digitale e del rapporto tra adolescenti e nuove tecnologie è approfondito nel libro “Zen in the City“, edito da Edizioni Mediterranee.
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