Thich Nhat Hanh – La responsabilità della violenza

la responsabilità della violenza

La responsabilità della violenza

Avendo fatto esperienza della guerra, siamo tenuti a testimoniare la realtà della guerra a coloro i quali non l’hanno vissuta direttamente. Siamo la luce in cima alla candela. È una luce molto calda, ma ha il potere di brillare e illuminare. Praticando la consapevolezza, sapremo come guardare in profondità nella natura della guerra e, grazie alla nostra comprensione, risveglieremo gli altri e tutti insieme potremo evitare che gli stessi orrori abbiano a ripetersi. Noi che siamo stati partoriti nella guerra, conosciamo la sua natura. La guerra è in noi, ma è anche in tutti gli altri uomini. Tutti abbiamo visto il filmato dei poliziotti di Los Angeles che picchiavano Rodney King. Quando ho visto quelle immagini, mi sono identificato in Rodney King, e ho sofferto molto. Credo che vi siate sentiti male anche voi. Siamo stati picchiati tutti nello stesso istante. Ma guardando più in profondità, ho visto me stesso anche nei cinque poliziotti che stavano praticando la violenza. Quegli uomini manifestavano l’odio e la violenza che pervadono nella nostra società.

È tutto pronto per esplodere, e siamo tutti corresponsabili. Non soffre solo chi è colpito, ma anche colui che esercita la violenza. Se non soffrisse, cos’altro potrebbe spingerlo a comportarsi così? Vogliamo far soffrire qualcun altro solo nel momento in cui anche noi soffriamo. Se siamo pacifici e felici, non abbiamo nessun impulso a infliggere sofferenza a un’altra persona. Anche quei poliziotti hanno bisogno del nostro amore e della nostra comprensione. Abbiamo contribuito alla loro formazione con la nostra distrazione, con il nostro stile di vita. in cuor mio non mi sento di biasimare nessuno. Arrestare i poliziotti e metterli in carcere non li aiuterà, né potrà essere considerata una soluzione. La questione è molto più profonda. La violenza è entrata a far parte delle nostre vite. (…). Accettiamo la violenza come stile di vita, e innaffiamo i semi della violenza in noi guardando programmi pieni di violenza alla televisione, e film che ci avvelenano e avvelenano la nostra società. Se non riusciamo a trasformare tutta questa violenza e tutta questa ignoranza, un giorno nostro figlio si troverà nei panni di colui che è colpito o ucciso, oppure sarà lui stesso a picchiare. Non possiamo dire che questo non ci riguarda.

Prendete per mano il vostro bambino, o la vostra bambina, e andateci insieme a passeggio, lentamente, nel parco. Vi sorprenderà constatare che mentre voi vi state godendo il sole, gli alberi e gli uccellini, i vostri bambini si sentono un po’ annoiati. I giovani d’oggi si annoiano facilmente. Sono abituati alla televisione, ai videogiochi, alle armi giocattolo, alla musica a tutto volume e ad altre forme di sollecitazione. Da grandi, corrono su auto veloci, fanno esperienza dell’alcool, delle droghe e del sesso, come di altre cose che mettono a dura prova il corpo e la mente. Anche noi adulti cerchiamo di colmare la solitudine con questi diversivi, e soffriamo tutti. Dobbiamo insegnare a noi stessi e ai nostri figli come apprezzare i piaceri semplici che già abbiamo. Potrà non essere facile, in una società complessa e distratta come la nostra, ma è essenziale per la nostra sopravvivenza. Seduti sull’erba con in vostri bambini, mostrategli i fiorellini gialli e blu che crescono in mezzo all’erba e contemplate insieme questi miracoli. L’educazione alla pace comincia qui.

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Da: Thich Nhat Hanh, “Toccare la pace. La pratica dell’arte di vivere con consapevolezza“, Astrolabio Ubaldini, 1994

Scarica il testo: Thich Nhat Hanh, La responsabilità della violenza (pdf)

thich nhat hnh - toccare la paceToccare la pace. La pratica dell’arte di vivere con consapevolezza

La pace non è un’utopia né dipende da oscuri trattti internazionali: la pace è a portta di mano, basta toccarla e aprirsi al miracolo di vivere, respirare ed essere qui. Il libro contiene fra l’altro la pratica del ‘Trattato di pace’ e i 5 Addestramenti alla presenza mentale con commento.

[La foto su la responsabilità della violenza è di Ran Yaniv Hartstein, Israele]

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