
Essere semplicemente, senza alcun pensiero nella mente; essere semplicemente, senza alcun contenuto nella consapevolezza: uno specchio che non riflette alcunché, oppure che riflette solo il nulla – questo è vera meditazione, questo è dhyana. È un dono del divino. Per riceverlo, occorre essere in attesa, aspettare senza avere aspettative, senza pretesa alcuna… un’attesa silente, passiva, aspettare in passività.
Meditazione non è la traduzione esatta di dhyana, ma quella più vicina. Infatti, il termine meditazione dà ancora l’idea di meditare su qualcosa, quasi ci fosse un oggetto cui rivolgersi. La parola dhyana si riferisce a una consapevolezza del tutto priva di oggetto – non si medita su qualcosa, ma si è semplicemente meditativi.
Se mediti su qualcosa sei coinvolto in una sorta sorta di pensiero — forse più focalizzato, più concentrato, ma comunque di pensiero si tratta; laddove dhyana è uno stato di non-mente. E in Oriente da dhyana deriva il Cinese chuan e il giapponese Zen: indicano tutti la stessa cosa.
Da: Osho, Alleggerire l’anima, Mondadori, 2001
Alleggerire l’anima

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