Erich Fromm – Le differenze tra amore materno e paterno che cambiano la nostra vita

amore materno e paterno

Amore materno e amore paterno si manifestano in modi molto diversi, secondo Eric Fromm. L’amore materno è incondizionato e si manifesta comunque. Quello paterno è condizionato e richiede di soddisfare delle aspettative.

Strettamente legato allo sviluppo della capacità di amore, è lo sviluppo dell’oggetto d’amore. I primi mesi e i primi anni del bambino sono quelli in cui il suo maggiore attaccamento è per la madre. Questo attaccamento incomincia prima della sua nascita, quando madre e figlio sono ancora un’unica cosa, sebbene siano due. La nascita cambia la situazione sotto certi aspetti, ma non tanto come sembra. Il bambino, sebbene viva fuori dell’utero, è completamente legato alla madre. Però diventa ogni giorno più indipendente; impara a camminare, a parlare, a esplorare da solo il mondo; i rapporti con la madre perdono parte del loro significato vitale, mentre i rapporti col padre diventano più importanti.

Per poter capire questo spostamento dalla madre al padre, dobbiamo considerare le differenze essenziali tra l’amore materno e l’amore paterno. Abbiamo già parlato dell’amore materno. Esso è, per sua stessa natura, incondizionato. La madre ama il bambino perché è la sua creatura e non perché abbia fatto qualche cosa per meritarselo. (Naturalmente, parlando di amore materno e paterno, mi riferisco a “tipi ideali”, nel senso di Max Weber, oppure di un archetipo nel senso di Jung, e ciò non significa che ogni madre e ogni padre amino in questo modo. Mi riferisco al principio materno e paterno, che è rappresentato nelle persone del padre e della madre.) L’amore incondizionato corrisponde a uno dei più profondi aneliti, non solo del bambino, ma di ogni essere umano; d’altro canto, essere amati grazie ai propri meriti lascia sempre dei dubbi; forse non ho accontentato la persona dalla quale voglio essere amato, forse… c’è sempre il timore che l’amore possa scomparire. Inoltre, l’amore “meritato” può lasciare un senso di amarezza perché non si è amati per se stessi, ma si è amati soltanto perché si piace; in ultima analisi, non ci si sente amati ma utili. Non c’è da meravigliarsi se noi tutti aneliamo all’amore materno, sia da bambini sia da adulti. La maggior parte dei bambini ha la fortuna di ricevere questo amore (fino a che punto, ne riparleremo dopo). Da adulti lo stesso desiderio è più difficile da soddisfare. Anche nello sviluppo più completo resta una componente del normale amore erotico; spesso trova un’espressione in forme religiose, più spesso in forme nevrotiche.

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I rapporti col padre sono assolutamente diversi. La madre è l’origine della nostra vita; è natura, anima, oceano; il padre non rappresenta nessuna forza della natura. Ha pochi legami col bambino durante i suoi primi anni di vita, e la sua importanza per il bambino, in questo primo periodo, non può essere paragonata a quella della madre. Ma mentre il padre non rappresenta il mondo naturale, rappresenta l’altro polo, quello dell’esistenza umana; il mondo del pensiero, dell’uomo che fa, della legge e dell’ordine, della disciplina, del lavoro e dell’avvenire. il padre è colui che insegna al bambino, che gli mostra la strada del mondo.

 

Strettamente legata a questa funzione è quella connessa con lo sviluppo economico-sociale. Quando nacque la proprietà privata e quando la proprietà privata poté essere ereditata da uno dei figli, il padre cominciò a guardare a quel figlio al quale avrebbe lasciato i suoi beni. Naturalmente, era l’essere più adatto a diventare il suo successore, il figlio che era più simile a lui, e che di conseguenza gli piaceva di più. L’amore paterno è un amore condizionato. Il suo principio è: io ti amo perché tu soddisfi le mie aspirazioni, perché fai il tuo dovere, perché sei come me. Nell’amore paterno condizionato troviamo, come nell’amore materno incondizionato, un aspetto negativo e uno positivo. L’aspetto negativo è il fatto che l’amore paterno deve essere meritato, che può essere perduto se il figlio non fa quello che ci si aspetta da lui. Nella natura dell’amore paterno sta il fatto che l’obbedienza diventa la virtù principale, e la disobbedienza il peccato principale, e il castigo la perdita dell’amore paterno. Il lato positivo è ugualmente importante. Poiché il suo amore è condizionato, io posso fare qualche cosa per conquistarlo; il suo amore non è al di fuori del mio controllo, come l’amore materno.

L’atteggiamento materno e quello paterno corrispondono ai bisogni propri del bambino. Egli ha bisogno dell’amore incondizionato e delle cure materne sia psichicamente che fisicamente. Il bambino, dopo i sei anni, incomincia ad aver bisogno dell’amore paterno, della sua autorità, della sua guida. La madre ha la funzione di renderlo sicuro nella vita, il padre ha quella d’istruirlo, di insegnargli a battersi con quei problemi che dovrà affrontare nella società in cui è nato. In questo caso ideale, l’amore materno non cerca d’impedire al bambino di crescere, non tenta di incoraggiarne l’impotenza. La madre dovrebbe avere fede nella vita e non essere ansiosa, per non comunicare al bambino la sua ansia. Parte della sua vita dovrebbe essere il desiderio che il bambino diventi indipendente, ed eventualmente separato da lei. L’amore paterno dovrebbe essere guidato da principi e da speranze; dovrebbe essere paziente e tollerante anziché minaccioso e tirannico. Dovrebbe dare al bambino che diviene adulto un crescente senso di responsabilità, e in seguito permettergli di affermare la propria autorità, liberandosi di quella del padre.

 

Di conseguenza, la persona matura è arrivata al punto in cui è madre e padre di se stessa. Ha, per così dire, una coscienza materna e paterna. La coscienza materna dice: “Non c’è peccato, né delitto che ti possa privare del mio amore, del desiderio che tu sia vivo e felice.” La coscienza paterna dice: “Hai sbagliato, non puoi sfuggire alle conseguenze del tuo errore e devi cambiare strada, se vuoi che io ti ami. ” La persona matura si è liberata dalle figure esteriori del padre e della madre e li ha ricreati in se stessa. In contrasto col concetto freudiano del super-ego, se li è costruiti interiormente non incorporando madre e padre, ma costruendo una coscienza materna sulle sue capacità d’amore, ed una coscienza patema sulla ragione e sul giudizio. Inoltre, la persona umana ama con entrambe le coscienze, materna e paterna, ad onta del fatto che esse sembrino contraddirsi l’una con l’altra. Se conservasse solo la coscienza paterna diventerebbe dura e disumana. Se conservasse solo quella materna perderebbe la capacità di giudizio e ostacolerebbe se stessa e altri nel loro sviluppo.

In questo passaggio dall’attaccamento materno a quello paterno, e nella loro conseguente sintesi, sta la base della salute mentale e della conquista della maturità.

Da: Erich Fromm, L’arte di amare, Mondadori, 1963.

[La foto su amore materno e paterno è di Gustavo Fring, Usa]

L’arte di amare

L'arte di amare
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N. pagine: 138
Un grande classico del '900, nel quale lo psicanalista Erich Fromm ci spiega come amare non significhi possedere in maniera esclusiva, limitare la libertà del partner o escludersi dalla vita del mondo. Al contrario, l'amore può aprirsi all'intero universo, spalancando inattese prospettive. Un trattato sull'amore che insegna a sviluppare la propria personalità e raggiungere la pienezza affettiva.
Paolo Subioli

Questo è un classico sempreverde, che dice molte cose importanti sull’amore e non solo. L’ho riletto a 30 anni di distanza e l’ho trovato ancora assai stimolante.

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