
In sintesi – A seguito dell’incontro dedicato alla “Speranza saggia”, questa volta ci siamo concentrati su un tipo particolare di Speranza saggia: l’agenda dell’Adattamento profondo proposta dal prof. Jem Bendell. Bendell parte da un presupposto pessimista, ma forse realistico: l’ipotesi che il collasso sociale causato dai cambiamenti climatici e dalla crisi ecologica sia inevitabile e non troppo lontano. Di fronte all’inevitabilità del collasso, è possibile mettere in campo una strategia di adattamento non solo collettiva, ma anche individuale, basata soprattutto sul cambiamento interiore e la ricerca di connessioni virtuose tra le persone.
Testi di riferimento
Accettare l’impermanenza della civiltà
Il Buddha ha insegnato che tutti i fenomeni sono impermanenti; c’è la nascita, poi c’è la morte. Anche la nostra civiltà è così. Nella storia della Terra, molte civiltà sono finite. Se la nostra civiltà moderna viene distrutta, anche questa segue la legge dell’impermanenza. Se la nostra specie umana continua a vivere nell’ignoranza e nel pozzo senza fondo dell’avidità come oggi, la distruzione di questa civiltà non è molto lontana. Dobbiamo accettare questa verità, proprio come accettiamo la nostra morte. Una volta accettata, non reagiremo più con rabbia, negazione e disperazione. Avremo la pace. Una volta ottenuta la pace, sapremo come vivere in modo che la Terra abbia un futuro; in modo da poterci riunire in uno spirito di fratellanza e sorellanza e applicare la moderna tecnologia a nostra disposizione, per salvare il nostro amato pianeta verde. Altrimenti, moriremo per l’angoscia mentale, prima che la nostra civiltà abbia effettivamente termine”. (Da: Thich Nhat Hanh, “The World We Have: A Buddhist Approach to Peace and Ecology”)
Agenda dell’adattamento profondo
- Resilienza (resilience), che consiste nel rispondere alla domanda “come manteniamo ciò che vogliamo davvero mantenere?”
- Rinuncia (relinquishment), che ci interroga su: “che cosa dobbiamo lasciare indietro per non peggiorare le cose?”
- Ripristino (restoration), che equivale a chiedersi “cosa possiamo recuperare che ci possa aiutare contro le difficoltà e tragedie in arrivo?”
- Riconciliazione (reconciliation), cioè “con cosa e con chi dovremo fare pace, mentre ci risvegliamo alla mortalità delle nostre specie reciproche?”
3 principi dell’adattamento profondo
- Ritorno alla compassione. Cercheremo di tornare alla compassione universale in tutto il nostro lavoro e ci ricorderemo di notare in noi stessi quando la rabbia, la paura, il panico o l’insicurezza possono influenzare i nostri pensieri o comportamenti. È anche importante ricordare di prenderci cura di noi stessi, soprattutto quando l’urgenza della nostra situazione può facilmente portare al burnout.
- Ritorno alla curiosità. Riconosciamo di non avere molte risposte su questioni tecniche o politiche specifiche. Il nostro obiettivo è invece quello di fornire uno spazio e un invito a partecipare a un dialogo generativo fondato sulla gentilezza e sulla curiosità.
- Ritorno al rispetto. Rispettiamo le situazioni altrui e il modo in cui possono reagire alla nostra allarmante situazione, cercando al contempo di costruire e curare spazi nutrienti per un adattamento profondo.
Poesia
Ryokan Daigu – Dal giorno della mia venuta in questo luogo
Pratica
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