
Pema Chödrön spiega come lasciarsi andare con una tecnica di meditazione che consiste nel concentrarsi su quell’espirazione sfuggente, fluida, sempre diversa, inafferrabile e che tuttavia si presenta di continuo.
Molte tecniche di meditazione usano un oggetto di meditazione qualcosa a cui ritornare di continuo, indipendentemente da quel che passa per la mente. Attraverso la pioggia, la grandine, la neve e il nevischio, il bel tempo e il cattivo tempo, ritornate semplicemente all’oggetto della meditazione — quell’espirazione sfuggente, fluida, sempre diversa, inafferrabile e che tuttavia si presenta in continuazione. Quando inspirate, è come una pausa, o un intervallo. Non c’è nulla di particolare da fare, se non aspettare l’espirazione successiva.
Una volta spiegai questa tecnica a un’amica che aveva passato anni a esercitare una concentrazione molto focalizzata sia su espirazioni/inspirazioni che su un altro oggetto. La sua risposta fu: “Ma non è possibile! Nessuno riuscirebbe a farlo! C’è un’intera parte in cui non c’è nulla di cui essere coscienti!”. Fu la prima volta in cui mi resi conto che, insita nell’insegnamento, vi era la possibilità di lasciarsi andare completamente. Avevo ascoltato maestri zen parlare della meditazione come della volontà di continuare a morire. Ed eccola qui: nel momento in cui ciascun respiro se ne usciva e si dissolveva, c’era la possibilità di morire rispetto a tutto quello che se n’era andato prima e di rilassarsi anziché farsi prendere dal panico.
Da: Pema Chödrön, “Se il mondo ti crolla addosso. Consigli dal cuore per i tempi difficili“, Feltrinelli, 2017.
Se il mondo ti crolla addosso. Consigli dal cuore per i tempi difficili

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