This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.

Un’ulteriore pratica di consapevolezza – per rendere piacevole e nutriente l’azione di spostarsi a piedi da un posto all’altro, lungo i marciapiedi – è la “camminata dell’amore”. La si può praticare ogni volta che dobbiamo fare un percorso, anche breve. E ci aiuta a vedere la città (e i suoi abitanti) in un modo molto diverso dal solito. È una variante in movimento della tradizionale pratica buddhista di metta, che consiste nel coltivare mediante l’esercizio la benevolenza verso se stessi e verso gli altri.
Quando camminiamo in città siamo assorti nei nostri pensieri, senza fare troppo caso né alle cose intorno a noi, né alle persone che incrociamo, né alle nostre sensazioni. Ogni persona che incontriamo è sconosciuta e tale rimarrà per sempre, anche se i nostri rispettivi itinerari si sono incrociati per un attimo. L’indifferenza domina nella città, trasformandosi spesso persino in ostilità, perché nell’ambiente urbano si sta stretti, gomito a gomito, c’è un’aria non sempre piacevole e abbiamo tutti una tremenda fretta.
Ma coloro che incontriamo sono esseri umani come noi, con la nostra stessa aspirazione di fondo, quella di essere persone felici. Imparare a guardarli in modo diverso ci aiuta a perseguire più facilmente (e magari anche a trovare) la nostra stessa felicità. Ecco come fare.
- Inizialmente, si prende consapevolezza del proprio respiro, dell’intero corpo e dei suoi movimenti, sincronizzando i passi col respiro stesso.
- Poi si passa ad assumere un atteggiamento di benevolenza verso se stessi, magari ripetendo mentalmente frasi tipo “Che io possa essere in pace, felice e leggero/a nel corpo e nella mente” o “Che io possa essere al sicuro e libero/a dai pericoli”, o altre a piacere.
- Quindi si riversa sugli altri la benevolenza che abbiamo generato: ogni volta che incrociamo una persona, la guardiamo negli occhi e le rivolgiamo un pensiero dello stesso tipo. Magari adattando la frase alle caratteristiche della persona. Ad esempio, a una coppia: “possiate sempre vivere felici nell’amore”, o a una persona dall’andatura mesta: “possa tu essere in pace e leggero nel corpo e nella mente”, e cose del genere.
- Una volta raggiunta la nostra destinazione, ci sentiremo sicuramente meglio e con una disposizione d’animo più favorevole verso le persone che incontreremo successivamente. Magari nel posto di lavoro o in famiglia. Provare per credere.
You need to login or register to bookmark/favorite this content.