camminata dell'amore

Un’ulteriore pratica di consapevolezza – per rendere piacevole e nutriente l’azione di spostarsi a piedi da un posto all’altro, lungo i marciapiedi – è la “camminata dell’amore”. La si può praticare ogni volta che dobbiamo fare un percorso, anche breve. E ci aiuta a vedere la città (e i suoi abitanti) in un modo molto diverso dal solito. È una variante in movimento della tradizionale pratica buddhista di metta, che consiste nel coltivare mediante l’esercizio la benevolenza verso se stessi e verso gli altri.

Quando camminiamo in città siamo assorti nei nostri pensieri, senza fare troppo caso né alle cose intorno a noi, né alle persone che incrociamo, né alle nostre sensazioni. Ogni persona che incontriamo è sconosciuta e tale rimarrà per sempre, anche se i nostri rispettivi itinerari si sono incrociati per un attimo. L’indifferenza domina nella città, trasformandosi spesso persino in ostilità, perché nell’ambiente urbano si sta stretti, gomito a gomito, c’è un’aria non sempre piacevole e abbiamo tutti una tremenda fretta.

Ma coloro che incontriamo sono esseri umani come noi, con la nostra stessa aspirazione di fondo, quella di essere persone felici. Imparare a guardarli in modo diverso ci aiuta a perseguire più facilmente (e magari anche a trovare) la nostra stessa felicità. Ecco come fare.

  1. Inizialmente, si prende consapevolezza del proprio respiro, dell’intero corpo e dei suoi movimenti, sincronizzando i passi col respiro stesso.
  2. Poi si passa ad assumere un atteggiamento di benevolenza verso se stessi, magari ripetendo mentalmente frasi tipo “Che io possa essere in pace, felice e leggero/a nel corpo e nella mente” o “Che io possa essere al sicuro e libero/a dai pericoli”, o altre a piacere.
  3. Quindi si riversa sugli altri la benevolenza che abbiamo generato: ogni volta che incrociamo una persona, la guardiamo negli occhi e le rivolgiamo un pensiero dello stesso tipo. Magari adattando la frase alle caratteristiche della persona. Ad esempio, a una coppia: “possiate sempre vivere felici nell’amore”, o a una persona dall’andatura mesta: “possa tu essere in pace e leggero nel corpo e nella mente”, e cose del genere.
  4. Una volta raggiunta la nostra destinazione, ci sentiremo sicuramente meglio e con una disposizione d’animo più favorevole verso le persone che incontreremo successivamente. Magari nel posto di lavoro o in famiglia. Provare per credere.

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Immagine di copertina: Peder Severin Krøyer, Sera d'estate sulla spiaggia sud di Skagen, 1893