
Il ven. Bhikkhu Bodhi quest’anno ha tenuto un discorso in occasione del Vesak, la festa del compleanno del Buddha, che viene celebrata ufficialmente dalle Nazioni Unite. Ecco la trascrizione del discorso che ha tenuto presso la sede delle Nazioni Unite a New York.
Ancora una volta, è un grande onore per me poter dire alcune parole in questa occasione propizia di celebrazione del Vesak alle Nazioni Unite. Il Buddha è spesso lodato come insegnante di pace, tolleranza, gratitudine e compassione. Ciò è certamente vero, ma queste qualità non esauriscono in alcun modo l’intero contenuto del suo messaggio. Il Buddha non era solo un saggio benevolo; era soprattutto un astuto analista della condizione umana, forse senza rivali nella storia del pensiero umano. Era un medico che fornisce una diagnosi acuta della condizione umana e un chirurgo che estrae i punti di sofferenza che hanno trafitto il cuore umano. I testi lo descrivono come mula dasavi, cioè colui che ha visto le radici più profonde e oscure della miseria umana.
Egli ha riassunto tali radici nei vizi gemelli dell’ignoranza e del desiderio o nelle tre macchie di avidità, odio e illusione. I discorsi del Buddha parlano delle origini causali della sofferenza principalmente nel quadro della ricerca individuale della liberazione. Essi mostrano come le afflizioni mentali danneggiano la nostra vita personale. Oggi possiamo liberarcene. Tuttavia, poiché il mondo è stato integrato in un unico ordine globale interdipendente, dobbiamo esaminare come questo processo di causalità opera a livello collettivo. Sulla base di tale indagine, dobbiamo determinare il tipo di cambiamenti che sono necessari nelle nostre società, istituzioni politiche e politiche globali, per evitare le avversità che affrontiamo come comunità internazionale. Possiamo chiamare questa un’applicazione globale di sati sampajañña, di consapevolezza e chiara comprensione di tutti i pericoli che oggi affrontiamo insieme. Il più formidabile, onnicomprensivo e minaccioso è quello di solito chiamiamo cambiamento climatico, ma che forse potrebbe essere più precisamente chiamato destabilizzazione del clima o disorientamento climatico.
Ci troviamo in una condizione critica, nella quale il clima è diventato sempre più irregolare, imprevedibile e distruttivo. Quasi ogni settimana viene pubblicato un nuovo rapporto sul superamento di nuove soglie, emergono nuove cifre che mostrano quanto rapidamente scivoliamo verso il caos climatico. Tuttavia, questi rapporti non ricevono quasi alcuna attenzione da parte dei media mainstream. Un sintomo di come possiamo nascondere a noi stessi i veri pericoli che si trovano proprio davanti a noi. C’è un famoso sermone del Buddha, chiamato il sermone del fuoco, che si apre con l’affermazione che tutto sta bruciando. Tutto è in fiamme. Una scrittura Mahayana, il Sutra del Loto, elabora questo tema con la parabola di una casa in fiamme. All’interno della casa, i bambini continuano a giocare con i loro giocattoli, ignari delle fiamme che li avvolgono su tutti i lati. La casa in questa parabola rappresenta il mondo e i bambini sciocchi rappresentano le persone, noi stessi, mentre rimaniamo immersi nelle nostre preoccupazioni quotidiane, mentre ignoriamo le fiamme della vecchiaia e della morte che consumano la nostra casa.
Oggi, questa immagine del mondo come casa in fiamme sta diventando vera in modo letterale. Ogni anno i segni di un clima destabilizzato diventano sempre più gravi, distruttivi e mortali. Tutti questi potenti uragani e cicloni, ondate di calore che erodono le coste, inondazioni violente, terribili incendi, sono solo i sintomi di un clima disturbato, ma le conseguenze a lungo termine sono ancora più pericolose. In futuro, possiamo prevedere che intere regioni del pianeta potrebbero diventare inadatte ad essere abitate dall’uomo, portando a milioni di tragici morti e migrazioni di massa, ad una scala mai vista finora. L’approvvigionamento alimentare mondiale potrebbe essere drasticamente ridotto, aumentando enormemente il numero di persone affamate. Le stesse basi della vita civile possono crollare, facendo precipitare intere nazioni nella barbarie.
Sappiamo cosa c’è dietro il cambiamento climatico. Le cause sono state determinate con precisione scientifica. Si tratta della nostra dipendenza dai combustibili fossili, delle pratiche poco sagge di disboscamento, dell’agricoltura basata sui modelli industriali e di un’economia che prospera sui cicli incessanti e vertiginosi di produzione e consumo. La diagnosi del Buddha ci darebbe uno sguardo più profondo, mostrandoci come ciò che sta alla base della crisi climatica, al livello più elementare, siano le distorsioni della mente umana. La reciproca influenza di brama e ignoranza, avidità e illusione. Decenni fa, negli anni ’80, le società petrolifere sapevano che la combustione dei loro prodotti avrebbe cambiato il clima, ma nascondevano le prove scientifiche e promuovevano lo scetticismo nei confronti della scienza. L’avidità per il profitto ha prevalso sulla sanità mentale. Le regole del successo aziendale hanno trionfato sulla responsabilità sociale. È l’illusione nelle nostre menti che ci fa fluire compiacenti nelle routine stabilite della vita, invece di farci sollevare per intraprendere le azioni necessarie. E ancora, è l’illusione o l’ignoranza a farci pensare che, in tale scenario, alcuni possano prevalere, mentre i sistemi geofisici della Terra collassano.
Se continuiamo a ritirarci nella negazione, andremo avanti alla deriva, finché, con compiacenza, raggiungeremo un punto in cui tutto ciò che potremo dire è che ormai è troppo tardi. Se vogliamo evitare tale fine, dobbiamo agire in modo efficace e farlo senza indugio. In un sutra, o discorso, il Buddha confronta i suoi discepoli con quattro tipi di cavalli, che si differenziano per il modo in cui rispondono allo schiocco della frusta del loro padrone. Il cavallo migliore si sottomette al suo padrone non appena vede l’ombra della frusta. Il cavallo più sordo deve essere pestato duramente, prima di sottomettersi. Decenni fa, abbiamo già visto le ombre della frusta, il rapporto scientifico sull’imminente cambiamento climatico. Ora stiamo ricevendo colpi più acuti. Per evitare i colpi più brutali in futuro, dobbiamo comportarci coraggiosamente, per agire con una chiara comprensione dei cambiamenti necessari per evitare questa crisi.
Abbiamo bisogno di cambiamenti definiti nei nostri sistemi collettivi, nel modo in cui generiamo energia. nei modi di trasporto e così via. Ma il Buddha direbbe che abbiamo anche bisogno di cambiamenti interni, cambiamenti nei nostri valori e nei nostri modi di vivere. E soprattutto, nei tipi di pensiero, negli stati d’animo che sono alla base della crescente crisi climatica. Dobbiamo principalmente abbandonare un sistema sociale guidato dall’avidità, dalla ricerca di profitti illimitati, dalla competizione, dallo sfruttamento e dalla violenza contro le altre persone e il mondo naturale. Sono sistemi sociali che permettono a pochi di prosperare, mentre milioni, anche miliardi, vivono ai margini della sopravvivenza. Dobbiamo invece immaginare nuovi sistemi collettivi di integrazione globale, che privilegino la cooperazione e la collaborazione, per vivere in armonia gli uni con gli altri e con la natura. Sistemi che consentano a tutte le persone di prosperare economicamente, socialmente e spiritualmente.
Si dice che il Buddha appaia nel mondo per compassione del mondo e per promuovere il bene di tutta l’umanità. Ora abbiamo una chiara idea dei pericoli collettivi che affrontiamo oggi e possiamo vedere all’orizzonte un barlume di speranza per un futuro migliore condiviso. È il momento di percorrere il sentiero, il sentiero che ci porterà verso il futuro che speriamo attualmente. Conosciamo la direzione in cui dobbiamo muoverci. Ora dobbiamo iniziare a muoverci prima che sia troppo tardi. Grazie mille.
Per approfondire:
[Il testo è una traduzione della trascrizione del discorso pubblicata sul sito Lion’s Roar]You need to login or register to bookmark/favorite this content.