Chandra Livia Candiani – Sintonizzarsi con le vite degli altri attraverso i suoni

Nel mondo ci sono i suoni, i nostri rumori e quelli delle vite degli altri. Nella pratica meditativa, si impara ad ascoltare suoni e rumori da una radicale trasparenza. Come fossimo uno sfondo limpido, ascoltiamo i suoni sorgere, restare un certo tempo, svanire. Cerchiamo di non soffermarci sulla causa che li ha prodotti, ma di prestare piuttosto attenzione alla loro vibrazione e alla reazione immediata che suscitano in noi: piacere, dispiacere, indifferenza. Anche queste reazioni sono rumori. Il Maestro thailandese Ajahn Chah diceva: «Non uscite a disturbare i suoni». Spesso, le nostre reazioni sono molto più rumorose del rumore stesso.

Ogni suono sorge su uno sfondo di silenzio e svanisce in uno sfondo di silenzio. Un detto zen confida: «Il silenzio che precede la musica e quello che la segue sono musica». Imparare a percepire lo sfondo di silenzio esterno aiuta ad avvertire anche lo sfondo interno, quello che precede la reazione, il pensiero, il giudizio. Addestrarsi a stare con i suoni e i rumori come energie che sorgono, sostano e scompaiono insegna a stare con i pensieri con lo stesso atteggiamento di partecipazione impersonale, al di là della persona, senza appropriazione, ma in intimità, non con il contenuto e il commento al contenuto, ma con la scia che un pensiero porta con sé, con la sua tonalità affettiva.

Stare con i suoni del mondo, con la sua sinfonia, fa percepire paesaggi sonori e ci leva dalla tirannia della vista. La mente si purifica, diventa più vasta e morbida e il cuore si sintonizza con il cuore del mondo, con le vite degli altri, i loro echi, le loro scie. C’è un suono particolare, intenso, e soprattutto per chi vive in città anche frequente, è il suono delle ambulanze. Io invito a non ascoltarlo come un suono tra gli altri, ma come il segnale dell’emergenza, qualcuno ha bisogno di me, almeno del mio pensiero: «So che sei lì, so che sei in pericolo, non sei solo, ti sento, ti mando il mio augurio di bene».

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Da: Chandra Livia Candiani, “Il silenzio è cosa viva. L’arte della meditazione“, Einaudi, 2018.

Per approfondire:

suoni

silenzio

stare con l’udito

Chandra Livia Candiani – Testi scelti sulla meditazione

meditazione vipassana

Il silenzio è cosa viva. L’arte della meditazione

Chandra Livia Candiani, Il silenzio è cosa viva
Nel mondo di Chandra, dove la parola è anche immagine e poesia, meditare è anzitutto stare fermi; sedersi e seguire umilmente e con pazienza il respiro, accoglierlo in silenzio, conoscere ma senza pensare. Meditare è seguire i movimenti della nostra mente smettendo di affaccendarci in azioni, pensieri, preoccupazioni per il futuro, ricordi del passato. Meditare non è fare il vuoto intorno a noi. Anzi: è non separare i mondi, non dividere lo spirituale dall'ordinario.
Paolo Subioli

Libro bellissimo e inaspettato, per chi è abituato a leggere autori di Dharma. Molti aspetti diversi della meditazione sono visti con gli occhi di una poetessa innamorata della pratica.

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