
Molta della ricerca psicologica contemporanea ha dimostrato che, se si ha la tendenza ad arrabbiarsi per un nonnulla, ciò col tempo rende sempre più facile esprimere la propria rabbia: la collera diviene un’abitudine. Secondo molte persone abbiamo una certa quantità di rabbia dentro e, se non vogliamo tenerla lì, dobbiamo espellerla: in qualche modo, se è fuori, non sarà più dentro. La rabbia sembra una cosa solida. Ma se osserviamo attentamente, scopriamo che di fatto non ha fondamento. In realtà, è semplicemente una risposta condizionata che nasce e muore.
È fondamentale per noi vedere che, quando ci identifichiamo con tali stati passeggeri come se fossero stabili e come se fossero la nostra vera identità, lasciamo che essi ci controllino e siamo costretti a compiere azioni che causano dolore a noi stessi e agli altri. La nostra apertura richiede di riposare su una base di non identificazione. Riconoscere nella mente l’avversione o la rabbia come un fatto transitorio è molto differente dall’identificarci con essa come se fosse la nostra vera natura e dall’agire su di lei.
Da: Sharon Salzberg, L’arte rivoluzionaria della gioia, Astrolabio Ubaldini, 1995.
Per approfondire:
Come gestire la rabbia: meglio accettarla che reprimerla
Sharon Salzberg – Frasi, libri, biografia e testi in italiano
L’arte rivoluzionaria della gioia. Il potere della gentilezza amorevole e il sentiero verso la libertà

You need to login or register to bookmark/favorite this content.