No agli auguri su Facebook

Da: au tum n., with heart shaped bruises and late night kisses devine. (EXPLORED #1 FP!!!!)Non fare gli auguri su Facebook, in occasione del compleanno dei nostri amici, potrebbe essere una buona pratica di consapevolezza. Che c’è di male, a fare gli auguri su Facebook? Viene spontaneo domandarsi. Niente, non c’è niente di male. Non c’è il pericolo di offendere o ferire qualcuno, è una prassi del tutto innocua. E forse il punto è proprio questo. Ci stiamo abituando a banalizzare e a svilire qualsiasi gesto, col rischio reale che veramente non ci rimanga più nulla che valga veramente la pena perseguire.

Gli auguri sono una pratica molto antica, anche se l’usanza di farli in occasione del compleanno delle persone normali è piuttosto recente. Un tempo l’esistenza delle cosiddette persone comuni non era tenuta in grande considerazione. I primi a festeggiare i compleanni sono stati gli Egizi, ma solo per i Faraoni. Greci, Romani e Persiani riservavano questo privilegio a re, nobili e divinità. Date le origini pagane del compleanno, i cristiani dei primi secoli si rifiutavano di festeggiarlo. Ciò nonostante, celebrare il compleanno aveva un’importante funzione: quella di proteggere il festeggiato dal male e di propiziare per lui un anno di salute e sicurezza. È solo dal XIX secolo che ha cominciato a diffondersi l’usanza di festeggiare il compleanno anche a livello popolare, diventando pian piano tradizione consolidata, io credo anche a causa del diminuire della mortalità infantile e dello sviluppo della medicina moderna.

Quando facciamo gli auguri per il compleanno di qualcuno, reiteriamo l’antica usanza di propiziargli protezione dal male, salute e sicurezza. Il significato implicito è quello. La novità è che al giorno d’oggi, ogni persona può ritenersi speciale, come un tempo lo erano solo i Faraoni. Nel giorno del suo compleanno, tutti si fanno avanti per omaggiare il festeggiato: un vero privilegio, degno di un individuo immantato di regalità. Per queste cose è veramente bello vivere nell’epoca moderna, no?

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Tutti, o quasi, abbiamo sperimentato cosa significhi sentirsi speciali, il giorno del proprio compleanno. Anche in età adulta, quando diventare un anno più grande non viene più considerato come degno di essere festeggiato, è bello ricevere qualche attenzione in più, qualche piccolo segnale di cura da parte degli altri.

Gli auguri di compleanno ai tempi di Facebook

Su Facebook il compleanno è tenuto in grande considerazione, in quanto attività generatrice di traffico e potenzialmente anche di acquisti. Nella pagina “Eventi”c’è una sezione dedicata ai compleanni imminenti e quando arriva il giorno del compleanno di un amico, il sistema automatico di Facebook ce lo mette in bella evidenza, così che non dobbiamo fare veramente nessun sforzo per ricordarci del compleanno delle persone care. Anzi, è richiesto semmai lo sforzo contrario, qualora dei compleanni (o almeno di certi) ci interessasse poco.

Una volta appreso che è il compleanno di qualcuno, magari mentre stiamo viaggiando in metropolitana e abbiamo una mano occupata a sorreggerci agli appositi sostegni, possiamo formulare i nostri auguri in pochi secondi e senza alcuno sforzo, arricchendoli di espressioni relative ai nostri sentimenti per mezzo dei molti emoticon disponibili. Un attimo dopo possiamo tornare di nuovo ai nostri impegni e/o ai nostri pensieri.

Dunque lo sforzo richiesto è veramente ridotto al minimo, dal ricordare la data a esprimere il proprio augurio. Anche da parte di chi riceve gli auguri il coinvolgimento emotivo non è molto maggiore. Aprendo la pagina Facebook il mattino del proprio compleanno, si può trovare la piacevole sorpresa di una bacheca traboccante di auguri, anche formulati da persone che neanche ci ricordiamo più chi siano. Qualche like, qualche risposta condita di emoticon, e pochi secondi dopo possiamo passare all’occupazione successiva. Negli anni ’60 Andy Warhol disse che in futuro ciascuno di noi avrebbe avuto i propri 15 minuti di notorietà. Si sbagliava, erano sono 2 i minuti!

Perché no agli auguri su Facebook

D’accordo, non c’è proprio niente di male a fare gli auguri su Facebook. Eppure io ritengo che non sia il caso di incoraggiare questo genere di pratiche. Le grandi corporation del digitale si inventano di continuo nuovi modi per intrattenerci, alcuni hanno successo, altri no. Alla fine dipende da noi. Se insisteremo con l’usanza di fare gli auguri su Facebook, anche come metodo per toglierci rapidamente il pensiero, diventerà un’abitudine consolidata, sia a livello individuale, sia collettivo. E così il compleanno si trasformerà ancora. Prima era riservato alle persone super-speciali, poi a quelle speciali, poi a tutti, re e regime per un giorno nella cerchia delle amicizie e della parentela. Spostandosi nello spazio inconsistente dello schermo digitale, il compleanno diventa molto meno speciale e più ordinario, di pari rango con l’ultimo video di gattini o le foto del week-end al mare.

Quando è il compleanno di una persona amica, è molto meglio fare una telefonata. Una telefonata senza alcun motivo particolare, a parte il compleanno, fa sentire un po’ speciali. Magari non famosi, ma un po’ speciali per qualcuno sì. Anche il telefono è un medium tecnologico, ma è ancora sufficiente a trasmettere vero calore umano. E si può persino telefonare via Facebook, meglio ancor parlare in videoconferenza, basta cliccare sulle piccole icone sopra la chat.

Perché sì

Ecco, a queste condizioni Facebook diventa un mezzo fantastico per fare gli auguri: ci ricorda del compleanno degli amici e poi possiamo parlare guardandoci in faccia, comunicando che per loro siamo persino disposti a impegnare 5 minuti del nostro tempo!

Per approfondire:

amici

Facebook

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"Questo libro è stato il mio primo contatto con lo zen. Per me che sono appena approdata in questo mondo è stato una rivelazione, perché parla di pratiche quotidiane che non necessitano di particolari conoscenze, ma che aiutano a vivere la vita in modo più sereno. è un libro alla portata di tutti, esordienti e esperti. è bello potercisi affidare in davvero molti momenti della giornata, perché nel libro si riesce a trovare la giusta…
Paolo Subioli

Ho scritto questo libro per condividere ciò che ho imparato nell’ambito della mia pratica quotidiana, grazie agli insegnamenti dei maestri, ma anche e soprattutto dell’esperienza diretta.

[L’immagine è un fotomontaggio tratto da una foto di au tum n.]

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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3 risposte

  1. Bella riflessione. Grazie.

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